Decine di alberi tagliati dall’agrumeto borbonico di Capodimonte, una polemica sull’affidamento del giardino pubblico ad un’associazione, un sit-in convocato per domani. Ci sono tutti gli ingredienti per l’ennesimo scontro sulla gestione del verde a Napoli. La manifestazione, “pacifica” specificano gli organizzatori, si terrà alle 17.30 in via Bosco di Capodimonte 101, di fronte allo storico parco. Tra i promotori alcuni residenti, come Serena Ricci, la consigliera municipale Giuliana De Lorenzo, le associazioni Napoli Pedala, Amici del Real Bosco di Capodimonte, Rete Sociale NoBox-Diritto alla Città e Gentle Green Events.
Ma intorno al secolare agrumeto, le tensioni covano da tempo. Prima, negli anni scorsi, lo stato di abbandono del fondo. Poi un bando per l’affidamento della Città Metropolitana, titolare del sito. Tante associazioni partecipano. Al punto che l’ente chiederebbe loro “di costituirsi in un’unica” sigla. Tuttavia, l’agrumeto non viene assegnato. “Per motivi non chiari” sostengono gli aspiranti affidatari. Nell’agosto scorso, un nuovo bando. A spuntarla è l‘associazione Napoli (in) Colta, con una concessione onerosa. All’epoca, non mancano i malumori. E ad incendiare il clima, i 18 alberi da frutta abbattuti il 21 maggio scorso. “Vivi e produttivi” accusano i residenti. Ma a quanto pare, l’operazione aveva comunque il nulla osta delle autorità cittadine.
Diversamente è andata l’anno scorso, quando 20 alberi di arancio sono stati abbattuti. “Senza alcun permesso – attaccano i promotori del sit-in – da parte della Città Metropolitana e del Comune di Napoli”. Risultato: proteste, denunce, una multa di 1.925 euro affibbiata alla comodataria. Alla Città Metropolitana, oggi i manifestanti contestano la mancata revoca dell’affidamento, dopo quell’episodio. A Napoli (in) Colta, invece, rinfacciano “di modificare la natura stessa del posto”. Come pure non si condivide la scelta di cambiare la destinazione d’uso, da frutteto agrumeto ad orti urbani in concessione a terzi. “Non ha alcun senso – spiega chi protesta – dal punto di vista ecologico, etico e ambientale”. Ora la richiesta è di preservare “uno dei pochissimi spazi verdi della città”, anche luogo di grande valore storico: già mappato nelle carte del ‘700, è perfino “citato nei siti del patrimonio Unesco”. Gli organizzatori del sit-in invocano un confronto con la Città Metropolitana e Napoli (in) Colta.
Dall’associazione concessionaria reagiscono alle accuse. “Non capisco la polemica, chi si lamenta dice cose false” afferma la presidente Maria Montes. La donna conferma la multa dell’anno scorso, tuttavia in seguito “noi abbiamo allegato documentazione per il nulla osta e proseguire”. Aggiunge: “Nulla è stato fatto a caso, c’erano piante malate. Dovrebbero solo ringraziarci”. Poi fa una serie di rivendicazioni. “Per 40 anni – dichiara ad Anteprima24 – l’agrumeto è stato una discarica, ho trovato di tutto. Il mio desiderio era aprirlo ai cittadini e farlo godere a tutti, non a 4 persone dei condomini vicini. Per questo, dopo aver vinto il bando da persona privata, ho creato un’associazione”. E anche per l’ultimo abbattimento, quello autorizzato, “un agronomo ha constatato la presenza di esemplari malati o con stabilità compromessa”. L’affidataria assicura che lo spazio “continuerà ad essere una zona verde, sono stati già piantati alberi da frutto e piante”. Il progetto “prevede orti urbani, una zona ludico didattica per bambini, la collaborazione con delle scuole”. La richiesta di confronto del sit-in? “Accetto con tranquillità, sono ben lieta di chiarire” risponde Montes. Non resta che attendere domani.