“La prima cosa che ha detto alla mamma è ‘Mamma ti voglio bene. Sono qua per te. Lei era emozionatissima”. Così lo zio di Chico Forti, Gianni, racconta la visita del detenuto trentino all’anziana madre nel quartiere di Cristo Re, a Trento. “Tra baci e abbracci, voleva fargli subito i canederli, ma lui le ha detto che non aveva fame, che aveva già provveduto”, ha proseguito l’uomo.
Chico Forti, il 65enne trentino condannato all’ergastolo negli Usa per omicidio e rientrato da pochi giorni in Italia, è arrivato a Trento intorno alle 15, accolto in strada da un applauso dei presenti. Era partito questa mattina dal carcere di Verona accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria, dopo aver ricevuto, nei giorni scorsi, un permesso dei giudici di sorveglianza per incontrare l’anziana madre 96enne. Al suo arrivo sotto casa della donna Forti è stato accolto da una grande folla di giornalisti, operatori e qualche curioso.
Questa mattina era stato proprio lo zio di Forti, Gianni, a raccontare lo stato d’animo della donna per questo incontro a lungo atteso: “La mamma comunque è bella pimpante per la gioia di rivedere suo figlio. Abbiamo tanto pianto e tanto sofferto e ora è giusto gioire un po’, che è infatti proprio nello spirito di Chico, sempre ironico”.
“Chi resiste per 24 anni in un carcere? Un eroe, lo dico io che sarei morto dopo una settimana” ha aggiunto lo zio. “La prigione – ha proseguito – gli ha fatto un grande applauso, qualcuno gli ha dato qualcosa da indossare. Lui è arrivato qui con la maglietta e la giacchetta da detenuto perché uscito dalla Corte è salito su un aereo, in rientro dal Canada”.
Gli hanno anche rinfacciato questo, 160 mila euro, che un comune trentino li spende per una sagra. Siamo arrivati a limiti veramente bassi e vergognosi che non riesco a capacitarmi” ha infine concluso.
A aspettare Forti sotto casa, anche Sergio Boscheri e Vittorio Ciurletti, del comitato “Una chance per Chico”, che hanno dichiarato: “Oggi per noi è un giorno di gioia. Siamo coesi per dargli il benvenuto. Anche se oggi non riusciremo a parlargli, manderemo certamente un messaggio video di benvenuto”.
“Appena sarà possibile – hanno aggiunto – andremo sicuramente a trovarlo in carcere. Negli anni scorsi siamo ancorati anche in Florida, ma non tutti sono riusciti a vederlo perché le visite erano contingentate”, hanno precisato.