All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Benevento, nel pomeriggio del 20 maggio u.s., hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 46enne di Benevento gravemente indiziato del reato di atti persecutori.
Le indagini venivano avviate a seguito di una denuncia-querela sporta dalla persona offesa nello scorso mese di marzo, con la quale riferiva che l’ex marito, dopo essere stato scarcerato nell’ambito di diverso procedimento, iscritto per reati della stessa indole commessi sempre ai suoi danni e per il quale era stata emessa sentenza di condanna a seguito di patteggiamento, aveva ripreso a molestarla e a minacciarla con condotte reiterate, in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e paura, nonché ingenerandole un fondato timore per la propria incolumità.
Lo stesso Gip, nell’accogliere la richiesta del P.M., ha riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, dispondendo la custodia inframuraria anche sulla scorta del fatto che, nel diverso procedimento penale, mentre l’indagato era sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa, aveva violato la misura e, oltre ad essere stato arrestato, aveva subito anche l’aggravamento della misura in atto, sostituita con la custodia cautelare in carcere.
Alla luce di quanto sopra il Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della Procura, emetteva il provvedimento applicativo della misura della custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, ritenendola la più idonea a salvaguardare l’incolunità della denunciante.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato imputato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.