“Anche il ministro Giorgetti se ne farà una ragione”, ribatte, sul nodo del Superbonus, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. “Perché – dice, a margine del Forum della Piccola Industria – prima di votare in Parlamento un emendamento che non è del Governo ma è del ministero, noi vogliamo valutare se è un emendamento che rispetta le regole fondamentali della nostra civiltà giuridica.
La nostra civiltà giuridica prevede che non si possono approvare norme con effetto retroattivo. Le norme possono entrare in vigore da oggi fino al futuro”.
“Giancarlo Giorgetti è un caro amico, ottimo ministro“, dice ancora del confronto sul superbonus il leader di Forza Italia Antonio Tajani “Non è che per un emendamento traballa il governo”: il confronto “è normale amministrazione”, “Sono lealissimo con le altre forze del governo””.
E aggiunge “il testo è migliorato“. Ma ribadisce “Rimane un principio in contrasto con la nostra civiltà giuridica: non si possono imporre norme con effetto retroattivo”.
“Non sottovaluto i rischi per i conti pubblici”, dice ancora Tajani dal Forum della Piccola Industria Confindustria.
In Europa “serve una politica industriale. Una politica industriale che individui obiettivi, che dia delle norme che permettano alle imprese di competere e mi riferisco in modo particolare alle piccole e medie imprese”, dice il ministro degli esteri, Antonio Tajani, intervenendo al Forum della Piccola Industria di Confindustria improntato sulle sfide per le imprese in vista del voto europeo.
“Bisogna rafforzare il ruolo della politica anche a Bruxelles”, perchè non può essere “tutto deciso da un potere burocratico elefantiaco, che ha un potere enorme”. Come per la dg per la concorrenza “che pretende di essere autonoma perchè così decidono i burocrati”.
“Bisogna “tornare alla politica e decidere” Serve “la volontà politica”, e “dipende dalla volontà del popolo”, ride rispondendo alle istanze delle imprese. No “a scelte che sono, diciamo così, per la decrescita felice o che, impongano degli obiettivi irraggiungibili ad industria e agricoltura per ridurre le emissioni di CO2”.
Il ministro fa riferimento a casi come “la legislazione europea sulla casa” che “non va bene perché impone dei sacrifici enormi ai cittadini europei. Si può fare diversamente”. O il “blocco della produzione di auto non elettriche a partire dal 2035. È una scelta che comporterà la perdita in Italia di circa 70.000 posti di lavoro se non ci sarà una correzione”.
“Tutto”, sottolinea, va affrontato con “una politica a favore dell’impresa, che guardi anche alle piccole e medie imprese nel nostro Paese, che sono milioni, ed abbiamo il dovere di tutelarle perché rappresentano in Italia, ma anche in Europa il tessuto connettivo della economia”.
In Europa “bisogna avere anche una politica monetaria a dimensione di impresa perché è vero che c’è la burocrazia e lì bisogna lavorare per abbattere il fardello burocratico comunale, regionale, nazionale ed europeo. E qui servono anche delle riforme”. “Ma, dice il leader di forza Italia Antonio Tajani, in un confronto con le imprese sulle sfide europee al Forum della Piccola Industria Confindustria – se noi non abbiamo una politica monetaria finalizzata a sostenere la crescita non potremo mai avere una politica industriale”.
E evidenzia: “lo ridico per l’ennesima volta”, è stato un errore “aumentare i tassi di interesse per frenare una inflazione che non era endogena, ma era una inflazione esogena, cioè era provocata da fatti esterni, non era provocata dalla crescita come è successo negli Stati Uniti. Non bisognava copiare l’America che faceva bene in quel caso ad alzare i tassi. Noi dovevamo fare l’esatto contrario”.
In Europa bisogna “tornare alla politica e decidere anche per quanto riguarda la crescita sostenibile tutto ciò che riguarda l’ambiente”, dice il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, in un confronto con la Piccola Industria di Confindustria sulle sfide europee per le imprese, in vista delle elezioni in Europa “Io non sono un pericoloso negazionista, ma non sono neanche un sacerdote della papessa Greta Thunberg e del cardinale Timmermans. Credo che he il dovere della politica sia quello di individuare dei percorsi per raggiungere obiettivi giusti. Se noi vogliamo veramente combattere il cambiamento climatico dobbiamo mettere le imprese, industriali e agricole, nelle condizioni di poter raggiungere l’obiettivo”.
E avverte: “Se noi mettiamo regole che non possono essere rispettate ma andiamo a gambe per aria, sia l’industria sia l’agricoltura. Se ti tolgono l’aria muori soffocato, ma se non mangi muori di fame. Quindi bisogna contemperare le due cose. Ci sono “troppi fondamentalisti e, secondo me, anche tanti interessi economici dietro le spalle di questi promotori della nuova religione panteistica della papessa Greta. E questo provoca un danno enorme alla nostra economia”.
Anche sul fronte della transizione green “ho sempre detto che queste elezioni europee devono rappresentare un punto di svolta”, sottolinea il ministro degli Esteri. “Si sceglie la via del fondamentalismo? Il fondamentalismo ti porta a sbattere. La terza via ti porta alla crescita sostenibile”.