La Solot Compagnia Stabile di Benevento ha concluso la stagione di ‘Obiettivo T’ con la pièce “La vita è anche un’altra cosa”, diretta dalla eccellente regista Nadia Baldi.
Lo spettacolo, caratterizzato da un tono irriverente e ironico, è stato realizzato in modo brillante da un cast tutto al femminile composto da Antonella Ippolito, Gea Martire, Francesca Morgante e Piera Russo.
Una drammaturgia caratterizzata da un’interessante fusione tra alcuni testi di autori contemporanei austro-germanici (“Tangenziale” di Kathrin Röggla e “Forse stavolta, forse adesso” di Alois Hotschnig, nonché due racconti di Eva Menasse) e tematiche più vicine alle nostre esperienze psicologiche e geografiche, in cui sono state tratteggiate talune degenerazioni insite nelle relazioni familiari. Attraverso il filtro teatrale, si è potuta infatti cogliere la complessità delle dinamiche, spesso ossessive e tossiche, presenti all’interno delle famiglie e dei loro intricati legami affettivi, che talvolta si distaccano dalla realtà per creare un mondo a sé stante ma avvertito al suo interno come perfettamente plausibile.
Inserite in una cornice narrativa ambientata in una stazione ferroviaria da cui le protagoniste sono in procinto di intraprendere un viaggio che non si realizzerà mai – come da citazione concernente la follia espressa a fine spettacolo – le attrici hanno coinvolto gli spettatori in una messa in scena dal ritmo serrato, talvolta interagendo con il pubblico che ha loro tributato un lungo e convinto applauso finale.
Un appuntamento, quello andato in scena ieri sera al Mulino Pacifico, che segna dunque la fine di una stagione teatrale di alto profilo – sapientemente curata da Michelangelo Fetto e Antonio Intorcia – caratterizzata da proposte di qualità che hanno spaziato attraverso diverse tipologie di spettacolo, offrendo così al pubblico esperienze teatrali variegate.