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È la Sala Arengario del Tribunale di Napoli l’ultimo teatro del duello tra il guardasigilli Carlo Nordio e la magistratura. L’occasione però sarebbe lieta: l’insediamento di Maria Rosaria Covelli, neo presidente della Corte D’Appello. Il ministro rende omaggio a “Iaia”, chiamandola con l’affettuoso nomignolo, un’amica “preziosa e leale”. Covelli fino a ieri è stata in via Arenula, a capo dell’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia.

Nordio inoltre sceglie toni flautati con l’Anm (“vedute diverse ma interessi comuni”). Stringe la mano al procuratore Gratteri, che ha bocciato senz’appelli la sua riforma della giustizia. “Vorrei salutare il mio amico Nicola Gratteri – esordisce il guardasigilli – e dirgli che possiamo anche avere idee diverse su tante cose, ma su una siamo s’accordo: l’assoluta indipendenza della magistratura e l’assoluta autonomia del pm“. Il procuratore ricambia il gesto, con una battuta: “Non penso che ci compromettiamo“. E il ministro giura: “Mai un pm sarà assoggettato a esecutivo”.

Ma L’associazione nazionale magistrati non si fida. “Durante il fascismo il pm italiano era sottoposto all’esecutivo” ricorda Ida Teresi, presidente distrettuale dell’Anm. Per lei “si rischia di tornare a quel modello e dirò di più”. Perché, ragiona Teresi, “oggi processualmente il pm è controllato dal giudice, un domani sarà incontrollabile, o dalla politica o da nessuno, e quindi pericoloso”. Secondo le toghe, il rischio è di un pubblico ministero “mostro autoreferenziale”. Altro che garanzie processuali, dunque. “Avrà potere di vita e di morte come in America” ammonisce Teresi. E “noi stessi pubblici ministeri non lo vogliamo”. Insomma, “l’unico che andrà a pagarne le conseguenze sarà il cittadino”.

Nordio però va avanti per la sua strada. Ai magistrati dà appuntamento nel fine settimana, per il congresso dell’Anm. Auspica “un dialogo costruttivo”. Promette di colmare gli organici “entro il 2026”. Un impegno su cui conta Covelli, parlando di “un’esigenza forte e attuale” nel distretto di Napoli: l’aggiornamento delle piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo.