Due giorni di sciopero per domani e venerdì, 2 e 3 maggio, sono stati proclamati allo stabilimento Jabil di Marcianise (Caserta) dalle rappresentanze sindacali interne (Rsu) al termine dell’assemblea tenuta ieri sera in fabbrica dai lavoratori. La scelta arriva dopo la decisione dell’azienda, formalizzata nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio al Mimit, di lasciare il sito produttivo di Marcianise, dove lavorano 420 dipendenti; un ultimo e inatteso atto di una vertenza che si trascina da qualche anno, con oltre trecento lavoratori già fuoriusciti dagli organici aziendali della Jabil; l’azienda, che intanto ha aperto uno stabilimento in Croazia, mai aveva paventato il totale disimpegno da Marcianise e dall’Italia, al massimo aveva ventilato ulteriori esuberi che avrebbero dovuto portare la forza lavoro dagli attuali 420 addetti a 250.
Una doccia fredda per i lavoratori del sito produttivo casertano, che il 18 aprile scorso avevano lanciato un accorato appello, rivendicando di essere “assolutamente necessari per il sistema Italia”, in quanto specialisti in settori strategici quali la transizione digitale, energetica e la green economy.
“Allo stabilimento Jabil di Marcianise – avevano ricordato i lavoratori – produciamo colonnine di ricarica elettrica per automotive per importanti clienti quali ENEL X, Gewiss, F2M, siamo unici certificati al mondo (Golden Power) per sensori intelligenti per il cliente Pirelli, e ci siamo specializzati anche nel settore del segnalamento ferroviario, collaborando con società del calibro di Mermec. Il background professionale potrebbe consentirci di tornare a lavorare su tecnologie di telecomunicazioni 5G, come fatto in passato” avevano sottolineato i dipendenti, smentendo la versione Jabil, che da anni lamenta una crisi di commesse produttive.
Jabil, sciopero di due giorni contro il “disimpegno” dell’azienda
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