Celebrato stamani l’80° anniversario della Coldiretti a Benevento presso la sede del Cecas sulla via dei Due Principati, la stessa location che ha ospitato nei giorni scorsi la seconda Edizione di CampaniAlleva. La scelta non è stata casuale perché, dopo il formidabile successo conseguito dalla kermesse della zootecnia sannita e regionale, sotto gli stessi padiglioni è stato celebrato con sano orgoglio un compleanno di una organizzazione che ha dato moltissimo al territorio, agli operatori, all’agricoltura ed all’economia nazionale.
Come ha rimarcato il Vice Presidente nazionale Gennaro Masiello, la Coldiretti ha lavorato per la dignità e la difesa di tutti gli operatori del settore, ma anche per l’agricoltura riuscendo a tirarla fuori dalle secche in cui era caduta a seguito di alcune gravi emergenze (come la vicenda della “mucca pazza”). Oggi la sfida è all’Europa su alcune tematiche strategiche di formidabile rilievo, una sfida che la Coldiretti intende portare avanti forte di 5200 iscritti e del successo di alcune iniziative straordinarie come “Campagna amica”, il grande mercato del Km 0 a tutela delle produzioni di qualità. Il vice presidente nazionale ha sottolineato come ci sia stata la possibilità di ricostruire: “Noi siamo autosufficienti e nel nostro panorama non credo che ci siano organizzazioni o partiti che non abbiano cambiato simbolo e nome in questi anni. Questa è una buona storia di una grande organizzazione. E’ stato un percorso non semplice e non scontato portato avanti grazie anche alla forza di tanti agricoltori”. Masiello ha ricordato come non tutte le battaglie sono state vinte ma ha spiegato che in questi anni l’associazione ha combattuto sulla riforma agraria, la cassa mutua, gli assegni familiari e le pensioni. Tutte tematiche di grande rilievo. Masiello ha ricordato le difficoltà degli anni 80: “L’agricoltore era visto come un nemico. Abbiamo ricostruito un modello agricolo partendo dal patto con il consumatore Non siamo quelli della mucca pazza”. Il vice presidente Masiello ha quindi lanciato la sfida all’Europa: “Non devono vederci come nemici dell’ambiente, ma devono rendersi conto che non possiamo subire la concorrenza sleale. Non è corretto essere assoggettati alle regole ambientali, sociali e del lavoro molto stringenti. Non si può subire questa concorrenza sleale che mette in ginocchio l’economia dei nostri agricoltori e delle nostre imprese”. Bisogna puntare quindi secondo Masiello sul made in Italy: “E’ la forza dell’agroalimentare italiano. Viene molto apprezzato e questo ha consentito all’agricoltura di resistere e puntare ad nuove prospettive future”.