Basta dire che Alberto Cerri ha segnato l’ultima volta in Serie A nel 2021, con la maglia del Cagliari. Dopo più di mille giorni, ritrova il gol in massima serie in questo Empoli-Napoli. All’intervallo, il presidente Corsi ha da ridire sicuramente contro i suoi: la difesa da partitella di calcetto della squadra di Calzona ha concesso tanto ai toscani, e la squadra di Nicola poteva segnare di più.
E’ curioso come nell’epoca dei cinque cambi, del doppio impegno settimanale, l’allenatore del Napoli non effettua tutte e cinque le sostituzioni. Mortificante, inoltre, concedere cinque minuti a Simeone che l’anno scorso è stato talismano prezioso per vittorie contro Milan e Roma. Talvolta, non è solo lo smarrimento di chi giocava in campo, ma è anche la pigrizia di colui il quale gestisce gli allenamenti.
Cerri, ex attaccante di Como, Spal e Perugia, segna dopo quattro minuti grazie ad un colpo di testa dopo un cross dalla destra. Non serve a niente, evidentemente, avere da oltre tre settimane la “settimana tipo” perché gli interpreti non mutano i risultati. Dopo tre minuti, ci riprova Cerri che, dopo aver reclamato una trattenuta in area, mette alto dopo un altro colpo di testa.
Il Napoli reagisce timidamente dopo circa dieci minuti: poco dopo il quarto d’ora, c’è un calcio d’angolo che il solito Cerri allontana di testa. Dopo quest’intervento, l’attaccante dell’Empoli è costretto ad uscire per un infortunio ai flessori: entra Niang.
Si fa vedere Kvara: al 24′ tenta un tiro in area di rigore, ma viene vanificato dal fischio dell’arbitro per aver trattenuto un difensore dell’Empoli. Alla mezzora, ecco Osimhen: riceve palla a mezza altezza, prova la girata, ma Caprile para agevolmente.
Proprio Niang, il neo entrato, inizia a mettere i brividi, ancora di più, ai tanti tifosi del Napoli presenti al Castellani: attacco dalla sinistra, Ostigard sta a guardare, Cambiaghi riparte, scarica a Niang che si fa gioco di Juan Jesus, serve proprio Cambiaghi che scheggia la traversa. Quando manca poco all’intervallo, ci prova Fazzini con un tiro di poco all’interno dell’area di rigore.
Nel secondo tempo ci si aspettava un’ampia girandola di sostituzioni, ma l’integralismo di Calzona gli impone di cambiare solo il terzino sinistro: esce Natan, ed entra Mazzocchi. Il numero 30, prelevato dalla Salernitana, dimostra di essere fra i pochi a crederci fino in fondo.
Durante la ripresa, degne di nota poche azioni: due tiri di Politano, nell’arco di dieci minuti, prima accentrandosi dalla destra, l’altra su punizione. Circa all’ora di gioco, bella percussione centrale di Anguissa, che però ha paura di tirare, e passa il pallone ad Osimhen. Poco dopo, al 67′, ci prova Kvara che trova solo il calcio d’angolo.
Tardivi e prevedibili i cambi, anche di difficile interpretazione, visto che Calzona fa entrare Raspadori e Ngonge in luogo di Politano e Kvara; incommentabile, infine, la sostituzione all’88 fra Anguissa e Simeone.
E’ un lontano ricordo quella rimonta sferzante di Monza, va’ contestualizzata soltanto come una reazione di orgoglio eccezionale. La normalità, purtroppo, è quella di Frosinone, di Empoli, non le prestazioni contro la Juve o contro il Barcellona. L’auspicio, per chi legge e per chi scrive, è che questo campionato finisca presto.