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Il 52,1% delle famiglie italiane dichiara di essere “molto” (9,9%) o “abbastanza attento” (42,2%) alle tematiche connesse alla mobilità sostenibile, ma il 47,9% afferma di esserlo “poco” o “per niente”, con un livello di attenzione “più elevato al Nord (53,2%) e soprattutto tra le famiglie giovani (55,9%)” ed è ancora bassa la percentuale di nuclei che utilizzano regolarmente veicoli a basse emissioni (27,2%), biciclette (21,1%), o servizi di ‘car pooling’ o ‘car sharing’. Lo mette in luce l’indagine svolta da Eures (Ricerche economiche e sociali), su 1.118 famiglie italiane, illustrata stamani, nella Capitale. Complessivamente, si sottolinea nel documento, “soltanto il 38,1% degli spostamenti deriva da una scelta di mobilità sostenibile (41,9% al Nord e 40% tra le famiglie giovani, scendendo ai valori più bassi al Sud e tra quelle ‘anziane’, pari rispettivamente al 34,7% e al 36,3%)”, mentre il 61,9% fa sapere di essere determinato da altre “priorità”. A seguire, la principale “soluzione”, indicata dal 63,5% dai nuclei dello Stivale, è quella di “rendere più efficiente il trasporto pubblico locale (76,3% tra gli intervistati del Centro Italia), mentre il 59,7% auspica che vengano aumentati i finanziamenti per l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale”. Lo spreco alimentare è, invece, un tema su cui gli interpellati manifestano un’estesa vigilanza: l’83% delle famiglie, infatti, evidenzia un tasso attenzione alto (il 29,4% “molto” e il 53,6% “abbastanza”) verso le tematiche connesse alla riduzione di cibi da buttare e alla sostenibilità, “conservando (spesso, o sempre) in maniera attenta e corretta i prodotti (88,9%), acquistando preferibilmente quanto è di stagione (81,3%), oppure utilizzando gli avanzi per la preparazione di altri piatti (79,3%)”. Il 72,5%, segnala, infine, Eures, acquista, inoltre, “regolarmente quantità di cibo necessarie al consumo giornaliero e il 54,9% compera prodotti a Km0”, recita, infine, il dossier.