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Sulla gestione dell’acqua non c’è alcun passo indietro a Palazzo Mosti. La maggioranza in Consiglio comunale di Benevento ha respinto stamattina la proposta della minoranza volta ad ottenere il ritiro in sede di autotutela della delibera di adesione a Sannio Acque, la società pubblica-privata che dovrebbe gestire le acque per la popolazione del Sannio. La maggioranza tira dritto nonostante il parere espresso dalla Regione Campania e le prese di posizioni formali in alcuni comuni sanniti che hanno ritirato l’adesione a ragione dell’attuale statuto costitutivo di Sannio Acque srl. Sebbene sia stata da più parti sconfessata la deliberazione predisposta da Pompilio Forgione, presidente del Distretto Idrico sannita, diretta emanazione territoriale dell’Ente Idrico Campano, al fine di dare avvio ad un nuovo assetto del servizio idrico, la maggioranza, con le parole del consigliere Marcello Palladino, ha ribadito che come l’ambito distrettuale sannita abbia  scelto la forma di gestione mista.

“I singoli comuni in base a tale scelte hanno approvato lo statuto. Ma l’iter e i ritardi non possono essere ascritti al Comune di Benevento. La gara la deve fare l’Eic, ma ci conformeremo a quei rilievi ed approveremo una nuova bozza di Statuto”. Dall’opposizione, soprattutto da Civico 22, sono partite richieste di dimissioni per Forgione, ma tutto è rimasto com’era prima.

Il Consiglio Comunale, presieduto da Renato Parente, ha approvato a maggioranza un aggiornamento del Dup, programma triennale delle opere pubbliche e dato il riconoscimento ad altri tre debiti fuori bilancio. Si è iniziato a discutere dell’aggiornamento Dup. Molto polemico Francesco Farese del Gruppo Misto: “Vi consiglio di essere più fantasiosi: le bugie hanno le gambe corte”. La delibera è comunque passata a maggioranza con 19 voti favorevoli 2 voti contrari e 6 astenuti. Si è quindi discusso dei tre debiti fuori bilancio. Critico il consigliere di Città Aperta Angerlo Miceli: “Si pagano cifre che sottraggono fondi ai servizi pubblici essenziali. Dopo 5 anni riconosciamo per spese legali circa 2mila euro. Perché il Comune non ha posto in essere le azioni correttive per evitare di giungere a ciò?”. Il consigliere Farese ha definito le schede debitorie imbarazzanti: “Pensavo di stare su scherzi a parte. Nel 2020 si assume l’impegno di spese per lo straordinario ed il dirigente di allora individua i dipendenti e quantifica anche il compenso. Poi magicamente questa cosa finisce nel dimenticatoio e ci troviamo a pagare per spese legali un importo quasi uguale a quello che dovevamo pagare di contenzioso”. Farese ha infine esortato ad un’azione di verifica. E’ intervenuta la consigliera di Prima Benevento, Rosetta De Stasio, per ricordare come all’epoca propose la commissione d’indagine anche perché il sistema di controllo che aveva promesso il segretario comunale non funzionava. Dalla maggioranza critico il commento di Antonio Picariello: “Devo denunciare la cosa alla Corte dei conti per il danno erariale possibile che viene effettuato. Qui la politica viene mortificata. Non mi costringete a fare la denuncia per responsabilità amministrative e contabili. Non vi sono i soldi per la manutenzione ordinaria e buttiamo i soldi in questo modo. Non è possibile che alcuni dirigenti agiscano in questo modo”. Ad intervenire la  consigliera con delega al Contenzioso Marika Mignone ha sottolineato: “Il segretario sta cercando di sensibilizzare i vari settori a rispondere all’Avvocatura. Sono casi questi che vengono dal 2019, speriamo che non si creino altri contenziosi in questi termini”. La delibera è passata con 19 voti favorevoli e 9 contrari. 

Si è quindi discusso dell’accorpamento al demanio stradale di terreni di proprietà privata, utilizzati ad uso pubblico. E’ intervenuto il consigliere comunale del Pd Giovanni De Lorenzo che si è detto perplesso: “Queste somme sono state pagate nel 2006, il suolo pagato sarebbe stato acquisito con altra procedura. Non c’è il consenso dei proprietari che sono stati pagati, ma l’ipotesi che potesse essere acquisita in modo errato ci porta a confermare le nostre perplessità”. La deliberazione è passata a maggioranza con 17 favorevoli e 10 contrari. Si è quindi  discusso dell’annullamento in autotutela della delibera di Sannio Acque. A prendere la parola Farese che ha spiegato: “Abbiamo chiesto l’annullamento dell’atto. Io la delibera di adesione l’ho votata perché condividevo e condivido la scelta di forma di gestione. Ora è intervenuto il parere della Corte dei Conti che ha fatto in mille pezzi quelle delibere soprattutto rispetto ai rischi di natura finanziaria. Si è atteso la gara della Regione che non c’è stata. La nostra proposta è di tutelare il Comune dai rischi economici. Fino ad ora è stato tempo perso. Per riportare l’azione amministrativa in un regime di legittimità bisogna annullare la delibera ed attendere che poi l’Eic prosegua”. Per Civico 22 è intervenuta Giovanna Megna: “E’ stato fatto un pasticcio come dichiara anche la Regione. Un modus operandi raffazzonato ed incomprensibile. E’ la terza volta che ci chiamate a rivalutare uno statuto che è stato rifatto. Sono stati bruciati soldi di commissioni e consigli in tutti i comuni del Sannio. Ora ci chiedete di continuare come se niente fosse. Avete guidato a fari spenti nella notte e ci avete inviato contro il muro. Qualcuno dovrebbe fare un passo indietro e dire che non ci aveva capito assolutamente nulla”. Polemica la De Stasio: “Rimarrei basita se questa maggioranza dovesse perseverare nel non revocare in autotutela una delibera severamente identificata come illegittima dalla Corte dei Conti al di là di chi non ha studiato le carte”.

Luigi Perifano di Città aperta ha attaccato l’amministrazione: “La Corte dei Conti ha fatto i coriandoli con la delibera che le avete mandato. Siamo alla tragicommedia con una giostra vergognosa di responsabilità tra i vari enti e che dura da più di un anno. Avevo detto e confermo che siamo in presenza di una truffa politica. Siamo ad aprile e non c’è traccia della gara che aveva sostenuto l’urgenza. Ma veramente non volete ritirare l’atto? Io non ci posso credere. La Regione ha messo per iscritto che è stato rifatto lo Statuto e noi continuiamo a mantenere una delibera sulla base di uno statuto che la Regione dice non essere più valido. La Regione annuncia anche che dovrà essere fatta la consultazione pubblica ciò che avevo già detto nel 2023″.

La proposta di ritiro in sede di autotutela è stata respinta con 19 voti contro 7 favorevoli.