Che senso ha parlare se non ci sono orecchie che ascoltano? E’ il primo interrogativo di fronte alla scena che si è palesata questa mattina al Teatro Comunale. Una platea pressochè vuota con relatori pronti a intervenire per spiegare le azioni da mettere in campo per contrastare le violenze di genere.
La tre giorni messa in piedi da ‘LiberaMente Donna’ non ha attecchito, un convegno andato deserto con la sola prima fila popolata di personalità.
Un manifesto indegno, consentite la parola ‘forte’ per un tema di stretta attualità che dovrebbe, da solo, servire a senisibilizzare le generazioni attuali e future.
Certo, non vanno trascurate le eccezioni: un convegno mattutino che si innesta in una serie di incontri che in questa città fioriscono come i prati a Primavera. Si parla tanto, forse troppo e farlo di mattina non aiuta visti gli impegni personali, lavoro e altro, ma dal’altra parte l’encefalogramma è piatto.
Un’indolenza che innervosisce quasi: Benevento non è pronta per affrontare temi di un certo livello. Non c’è voglia di parlarne e, peggio ancora, non c’è voglia di ascoltare. Allora le strade sono due: o in questa città non ci sono casi di violenze di genere, le donne sono trattate tutte come regine, o non interessa.
Siccome la prima possibilità non è contemplata, perchè anche nel Sannio ci sono denunce di maltrattamenti e altro, a questo punto fa tristezza constatare che, forse, un tema del genere, per tanti, non merita neanche ascolto.
E le scuole? Le generazioni future, quelle da educare per frenare questo fenomeno? Erano al Teatro Romano per una manifestazione contemporanea.
E questo apre un altro squarcio a una serie di considerazioni attinenti: la prima è che non ci si può affidare sempre e solo alle scuole per riempire, in maniera coatta, le sale dei teatri. E’ vero che i ragazzi sono il futuro, ma il problema è contemporaneo, il fenomeno non va prevenuto perchè non c’è il rischio accade. E’ contemporaneo, succede già e forse dovrebbe interessare i genitori di questi giovani che vivono tali situazioni nelle proprie case. La seconda è che spesso non ci si preoccupa se ci sono eventi in contemporanea, pare quasi che chi organizza lo faccia di proposito per togliere pubblico agli altri, dimenticando che eventi in orari diversi possono essere seguiti da tutti, quelli in contemporanea si dividono fra tutti, costringendo le persone a una scelta rinunciando al resto. E questo vale anche per gli organi di informazione.
Lascia amarezza l’immagine di questa mattina. E siamo solo al primo dei tre giorni di eventi di LiberaMente Donna. Restiamo fiduciosi nel cambio di passo, perchè se il quadro è quello emerso stamattina, beh, c’è poco da sorridere.