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«Un provvedimento insostenibile, sia per il pubblico che per il privato accreditato, che, se applicato, avrà gravi conseguenze economiche per circa 8mila strutture sanitarie, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il concreto rischio del tracollo dell’intero sistema di assistenza pubblica». Elisabetta Argenziano, Segretario Nazionale di Snabilp Federbiologi, si unisce con forza al coro delle tante sigle sindacali e associazioni di categoria per dire no al nuovo Nomenclatore tariffario per le prestazioni specialistiche e ambulatoriali, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° aprile e contro il quale, negli ultimi mesi, si sta registrando una vera e propria levata di scudi da ogni regione. Una protesta che culminerà a Roma domani, mercoledì 20 marzo, quando, presso il Teatro Brancaccio, si terrà un incontro tra tutte le categorie della Specialistica del territorio e gli esponenti del Governo «per cercare di ottenere – continua Argenziano – un dietrofront rispetto allo scellerato provvedimento». Il nuovo nomenclatore, infatti, prevede, tra l’altro, un notevole ribasso del costo delle prestazioni e taglia i rimborsi attuali fino al 70% per i laboratori di analisi cliniche convenzionati col Servizio Sanitario Nazionale. «Una riorganizzazione – conclude Argenziano – che non porterà alcun beneficio economico al sistema sanitario, ma causerà un drammatico impoverimento del tessuto sociale ed economico. Tutto ciò, senza considerare i disagi per i cittadini/pazienti che vedranno calare ancor più le capacità di risposta nei confronti delle loro istanze di salute e allungare ulteriormente le liste d’attesa. L’ennesimo colpo a una sanità già in grande affanno soprattutto in Campania e in tutto il Mezzogiorno».

Alla manifestazione a Roma Federbiologi parteciperà con una folta rappresentanza di iscritti: tanti specialisti che mercoledì chiuderanno i centri sanitari in segno di protesta. Gli utenti che si recheranno negli studi diagnostici e nei laboratori di analisi aderenti troveranno affisso il cartello “Chiudere un giorno per non chiudere per sempre”.