Aree interne, restanza, fascismo, consumismo, musica, nuove tecnologie e disinformazione.
Si è parlato di questo e tanto altro durante l’incontro tra Vinicio Capossela e gli studenti tenutosi stamani presso l’Auditorium Sant’Agostino di Benevento.
“Il fascismo e la resistenza non sono dei fenomeni museali” dice l’artista sottolineando che non si tratta solo di eventi storici, ma forze tuttora presenti nella società e negli individui. “Tanto che lo stesso Mussolini fece una affermazione illuminante: ‘Il fascismo non l’ho inventato io ma l’ho estratto dall’inconscio degli italiani’. Non dobbiamo ritenere che tutto ci sia estraneo. Per me è stato importante andare a recuperare questo patrimonio immateriale, tra l’altro con le Canzoni della Cupa, anche per dare una voce a chi non ce l’ha. Ciò per dirvi che non siamo fuori dalla storia ma assolutamente partecipi, pur se troppo spesso in maniera passiva” precisa mentre la platea di giovani applaude. Ha così esortato ad agire sulla coscienza e sulla consapevolezza per combattere l’apatia. D’altronde l’appuntamento di stamani, organizzato da Accademia di Santa Sofia e Unisannio, aveva proprio questo scopo. Il cantautore irpino infatti si è ‘donato’ ai giovani affrontando diversi argomenti, con un focus sul potere aggregante della musica e della cultura come strumento per la comprensione reciproca, e rispondendo alle loro domande e curiosità.
All’evento, moderato dalla prof. Aglaia McClintock e dalla direttrice artistica Marcella Parziale, ha preso parte anche il rettore Gerardo Canfora che ha lodato l’artista e condiviso un aneddoto personale ricordando un momento in cui Capossela lo ha fatto ballare sul palco fino alle prime ore del mattino: “Sono stato coinvolto nella quadriglia ad una tua festa e quella è stata l’unica volta in cui ho ballato nella mia vita” ha detto rivolgendosi all’artista. “Sono un sincero appassionato del tuo lavoro, come lo sono delle moto, ho letto dei tuoi libri…”.
Ricollegandosi proprio alla quadriglia, l’artista ha parlato del suo Sponz Fest, nato nel 2013, spiegando che si tratta di una vera e propria festa che mira a coinvolgere attivamente le persone, sfidando la rigidità dei festival convenzionali. “Abbiamo preferito non fare un festival ma una festa dove la forma di partecipazione è collettiva.
Proprio la quadriglia, come è capitato al Rettore, rappresenta l’essenza di tutto questo, c’è qualcuno che ti prende e ti porta dentro, ti coinvolge. E lo abbiamo organizzato nel vuoto, nelle aree interne e negli anni ci siamo aperti anche a temi come l’ambiente, la natura la coltura”.
Insomma, un vero e proprio dibattito culturale che ha anticipato il concerto “Tra Maleventum e Beneventum” in programma questa sera al Sant’Agostino alle 19,00. Uno spettacolo a cui prenderà parte anche il musicista beneventano Raffaele Tiseo: “È uno di quegli artisti solidamente preparati – precisa Capossela – e che non limita il suo campo di studio, bensì ha uno sguardo attento su molti fronti. Fare musica con lui è davvero una festa, unisce la giovialità a competenza e poliedricità”.