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“Accade che un pubblico amministratore debba dare conto alla magistratura inquirente della propria condotta”,  l’onorevole Gianfranco Rotondi, con un post su Facebook, invita l’opposizione a non cavalcare l’inchiesta e il sindaco a scegliere un comportamento più sereno affidando al proprio avvocato qualsivoglia dichiarazione. Sarà la Procura , spiega, ad accettare fatti ed eventi al centro dell’inchiesta.

“È accaduto e accadrà sempre, in ogni Paese del mondo. In Italia accade con più rumore, perché da trent’anni i piani della giustizia e della lotta politica si avviluppano in una lotta paralizzante per tutte le istituzioni, giudiziarie e politiche. Non fa eccezione la città di Avellino, dove sono nato e ho mosso i primi passi in politica, e che sono tornato a rappresentare in parlamento lo scorso anno, a ventisei anni dalla mia prima elezione. Ho ritrovato una città diversa, protagonisti diversi, e tra questi un sindaco che sicuramente ha una leadership nella città. Ne declina un’idea, legata al recupero di una capacità aggregativa del capoluogo: da qui le manifestazioni, i concerti, le fiere, un turbinio di eventi collettivi che occupano strade e piazze per tutto l’anno. È la politica della festa continua, con un inchino al broccardo latino del ‘nomen omen’, visto che il sindaco si chiama Gianluca Festa. È innegabile che la strategia del sindaco abbia funzionato: Avellino ha ospitato manifestazioni di qualità, recuperando una centralità anche turistica.

È legittimo che le opposizioni presentino il conto: quello politico, e cioè se basti organizzare eventi per rilanciare la città; e quello economico, ossia quanto tutto ciò costa, e chi paga. Se queste domande hanno determinato esposti, e causato l’apertura di fascicoli di inchiesta, siamo ancora nell’ordinario: ciascuno fa il suo mestiere, e può continuare a farlo, la magistratura indaga e l’amministrazione continua a gestire la cosa pubblica, e non ha nulla da temere. Esorterei tutti, anche in questa occasione, a un esercizio di moderazione: l’opposizione non pensi di cavalcare le inchieste, che sono cavalli dispettosi, pronti anzitutto a disarcionare chi li cavalca. E anche al sindaco consiglierei un profilo sereno: ha fatto una conferenza stampa forse rituale, ma abbastanza inutile. Quando si è indagati, è prudente nominare un bravo avvocato – e lui lo ha fatto – e far parlare solo lui.

La stessa magistratura inquirente trarrà vantaggio da una difesa ordinata e collaborante, al fine di ricostruire in modo veritiero fatti e circostanze. La città di Avellino tra due mesi andrà al voto, e non deve essere condizionata da questi accadimenti abbastanza ordinari. Ma questo dipende dalla maturità della classe politica, non dalla magistratura, che per lavoro fa inchieste, né dai giornalisti, che per lavoro le raccontano.

È augurabile che maggioranza e opposizione si concentrino sul proprio lavoro, che deve essere l’espressione di un’idea della città di Avellino. Rispetto alle inchieste in corso, non resta che augurarsi che esse confermino la correttezza del Sindaco e della sua amministrazione, perché il futuro di Avellino non si gioverebbe di un’ordalia mediatica in luogo di una serena campagna elettorale”, conclude.