Se l’Italia è ultima nelle performance di mobilità sostenibile su ferro, “Napoli è lontana rispetto alle capitali europee in termini di dotazione di binari di metro”. La sentenza è di Legambiente Campania, analizzando il report nazionale “Pendolaria – Speciale aree urbane”. L’indagine dell’associazione ambientalista registra impietosi ritardi infrastrutturali. Nel capoluogo campano, ci sono 1,5 km di binari ogni 100mila abitanti. “Ben lontani da altre capitali quali Londra (4,93), Madrid (4,48), Berlino (4,28)”. In parallelo, “un discorso simile vale per la quantità di stazioni presenti, con 1,2 stazioni ogni 100mila abitanti, lontano da Berlino (4,8), Madrid (4,6) e Londra(4)”. C’è poi il nodo delle frequenze (“non sono all’altezza”). Anche qui, il gap con l’Europa fa impallidire. “Capitali come Londra, Parigi, Madrid e Berlino – spiega il report – possiedono metropolitane con frequenze tutte tra i 2 ed i 4 minuti negli orari di punta e tra i 7 ed i 9 minuti negli orari di morbida”.
Dall’altro lato, l’Italia si conferma come il paese più legato all’utilizzo dell’auto. Napoli ha 600 vetture ogni 1.000 abitanti. Molto distante da Madrid, dove il tasso di motorizzazione è di 360 veicoli ogni 1.000 abitanti, Londra (351), Berlino (337) e Parigi (250). “Le conseguenze – ricorda Legambiente Campania – sono importanti, purtroppo, perché riguardano direttamente i livelli di inquinamento urbano e, indirettamente, la salute delle persone e la vivibilità delle stesse città“. Tra i problemi del trasporto su ferro, non manca il cambiamento climatico. Dal 2010 al 2023 in Italia sono 182 gli eventi meteo estremi, con impatti sui servizi ferroviari. Parliamo di rallentamenti o interruzioni causati da piogge intense e allagamenti; frane dovute a intense precipitazioni, ma anche da temperature record e forti raffiche di vento. Regioni più colpite: Lazio (37), Lombardia (25) e Campania (17). Tra le città, dopo Roma troviamo Napoli con 12 casi per allagamenti e danni a binari e stazioni. L’associazione ambientalista sottolinea che, in Italia, i danni “aumenteranno entro il 2050 fino a circa 5 miliardi di euro l’anno”. La previsione è evidenziata da un Rapporto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2022.
Ma non è solo il metrò ad arrancare. A Napoli, come a Torino, Milano e Roma, “le reti tranviarie storiche” devono “essere fortemente rinnovate e potenziate per raggiungere standard europei di velocità e frequenza”. Ed anche “per essere davvero a supporto delle reti ferroviarie e metropolitane: passaggi ogni 4 minuti nelle ore di punta, velocità commerciali obiettivo di almeno 17 km/h”. In materia di metropolitana, il report lancia uno sguardo al futuro. Si riporta, ad esempio, che “dal 2014 è in corso la costruzione della fermata Centro Direzionale”. L’apertura “prevista inizialmente per i primi mesi del 2021, a causa dell’emergenza sanitaria è slittata a primavera 2024”. È in costruzione “anche la tratta Piscinola-Di Vittorio con quattro nuove fermate (Miano, Regina Margherita, Secondigliano e Di Vittorio)”. Questo tracciato “permetterà alla linea 1 di chiudersi e di formare un anello”. I lavori “sono in capo alla Regione Campania e realizzati da EAV”. Tuttavia, “sono rimasti fermi per anni a causa di un contenzioso fino a quando il 22 aprile 2017 la Regione Campania, con un nuovo stanziamento di fondi” ne ha avviato il ripristino. Sulla nuova linea 7, è “pronta per l’apertura” la stazione di Monte Sant’Angelo. “Questa linea collegherà Soccavo all’Università di Monte Sant’Angelo e al Parco San Paolo per poi proseguire per Fuorigrotta”. Sperando di avvicinarsi un po’ all’Europa.