Settimane di pesantissime pressioni ad un costruttore di Benevento impegnato nella realizzazione di un complesso residenziale in città. Per questi fatti, che sarebbero accaduti nel 2013, è finito a processo con l’accusa di estorsione Saverio Sparandeo, 62 anni, di Benevento, difeso dagli avvocati Luca Russo e Antonio Leone.
Secondo gli inquirenti l’uomo, attualmente detenuto per altro nel carcere di Catanzaro, è accusato di aver indotto Giuseppe Passarelli, imprenditore beneventano, all’epoca impegnato nella realizzazione del complesso ‘Palazzo Passarelli’, a corrispondere allo stesso somme di danaro pari a 60mila euro, somma suddivisa in più rate, procurando in tal modo al Clan Sparandeo un ingiusto profitto patrimoniale con corrispondente danno della persona offesa. Con l’aggravante di avere agito avvalendosi del cosiddetto metodo mafioso, nonché al fine di agevolare l’attività della organizzazione di stampo camorristico degli Sparandeo.
Questa mattina si è tenuta la prima udienza del processo, dinanzi al collegio presieduto dalla dott. ssa Fallarino. In aula c’è stato il conferimento dell’incarico al perito dottoressa Ranauro per la trascrizione di intercettazioni sia telefoniche che ambientali. Prossima udienza rinviata al 12 settembre. Questo processo è uno stralcio di altro processo pendente dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata nel quale la posizione di Sparandeo è stata separata.