È il giorno più lungo per il Governo. In Sardegna questa mattina è cominciato lo scrutinio per l’elezione del Presidente e del Consiglio Regionale, e l’attenzione della politica è tutta sul risultato che emergerà dalle urne. Giorgia Meloni, che ha forzato la mano per la candidatura di Trozzu, ha tutto da perdere, dall’altra parte c’è un Matteo Salvini pronto a chiedere conto di una scelta che fino all’ultimo giorno ha provato a respingere.
Ma non solo. Perchè la Schlein ed il Partito Democratico, forti di un risultato che comunque vada può essere considerato positivo, sono pronti a lanciare la sfida al centrodestra partendo proprio dalla Sardegna.
Passando ai risultati, dai dati scrutinati in serata, tuttavia, Paolo Truzzu, il candidato di centrodestra, dopo essere stato per ore in leggero vantaggio, appare scalzato da Alessandra Todde, sostenuta dal centrosinistra e sospinta dal voto nelle grandi città (Sassari e Cagliari). Si prevede un testa a testa fino all’ultima scheda scrutinata.
Quando sono state scrutinate 1247 sezioni su 1.844 – secondo i dati ufficiali forniti dalla Regione Sardegna – Paolo Truzzu è al 45,1% e Alessandra Todde al 45,5%. Renato Soru, il terzo incomodo schierato dalla Coalizione sarda è al 8,5%. Non arriva all’1%, invece, Lucia Chessa di Sardigna R-esiste.
Allo stato attuale il Partito democratico è il primo partito con il 14,2%, segue Fratelli d’Italia col 13,8%, quindi M5s al 7,7%, Forza Italia al 7% e la Lega al 3,7%. Il Partito sardo d’Azione, movimento del governatore uscente e non ricandidato, Christian Solinas, è attualmente al 5,5%.
Serve ancora tempo perché i risultati si consolidino in un senso o nell’altro, ma se il candidato che Meloni ha imposto alla coalizione (e soprattutto alla Lega) dovesse perdere, per la premier sarebbe un colpo brutto, perché perdere la Sardegna a tre mesi dal voto europeo sarebbe difficilmente sopportabile.