Avrebbe comunicato all’Agenzia delle Entrate un calo del fatturato della sua attività di barbiere e parrucchiere dovuto all’emergenza Covid, percependo così un contributo a fondo perduto di quasi 50mila euro, ma era tutto inventato, tanto il lavoro svolto quanto il dato economico.
È quanto scoperto dall’indagine della procura di Napoli Nord e della Guardia di Finanza, che ha sequestrato all’indagato, residente a Castel Volturno (Caserta), la somma di 49800 euro, pari al contributo percepito sulla base del cosiddetto “Decreto Rilancio” (Decreto Legge 34 del 2020). Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal Gip del tribunale di Napoli Nord su richiesta della procura guidata da Maria Antonietta Troncone.
Dagli accertamenti realizzati dai finanzieri del gruppo di Frattamaggiore, è emerso che l’uomo non svolgeva l’attività di parrucchiere, in quanto all’indirizzo dichiarato all’Agenzia dell’Entrate corrispondeva un’abitazione di edilizia popolare di Sant’Antimo; c’era poi il dato del calo del fatturato dichiarato nel 2020 rispetto allo stesso anno del 2019, pari a 250mila euro, una cifra ritenuta enorme dagli inquirenti, che hanno così constatato la falsità delle dichiarazioni fornite all’Agenzia dell’Entrate.
E’ così emerso che l’uomo non aveva alcun requisito per percepire il contributo; di fronte al pm e ai finanzieri, il falso parrucchiere ha tentato di giustificarsi in tutti i modi, raccontando di essere stato vittima di un raggiro da parte di un conoscente, cui aveva consegnato la documentazione relativa all’attività commerciale per ottenere un altro tipo di sussidio tra quelli introdotti per fronteggiare l’emergenza Covid.
La sua versione non ha però convinto gli inquirenti, che hanno sequestrato la somma pari a quanto ricevuto indebitamente.
Dati falsi per avere un contributo Covid da 50 mila euro: aveva dichiarato di essere un parrucchiere
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