A Napoli la pandemia è costata 71 euro per ogni cittadino. I costi totali, tra spese registrate e mancate entrate, per il capoluogo campano, sono stati di quasi 65 milioni e 380 mila euro. Napoli è penultima, tra le grandi città, per la spesa pro capite, ‘preceduta’ solo da Taranto con 64 euro a testa mentre la città dove la pandemia è costata di più è Venezia con 703 euro. Sono questi i dati che emergono dalla elaborazione di Centro Studi Enti Locali che riguarda i comuni italiani con più di 150mila abitanti e basata su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in termini pro-capite. In totale l’emergenza pandemica è costata alle grandi città italiane oltre due miliardi di euro. Risorse che sono state compensate dal Governo attraverso lo strumento del cosiddetto “fondone” e sulle quali la Ragioneria generale dello Stato sta tirando le somme per vedere chi ha avuto più del dovuto e deve quindi restituire le risorse eccedenti, e chi invece è a credito e riceverà ulteriori rimborsi.
Ma quali sono le voci prese in considerazione per calcolare il “costo del Covid” per ogni comune? Le principali voci prese in considerazione nelle certificazioni inviate da ogni ente al Mef riguardano – sul fronte costi – l’acquisto dei dispositivi per assicurare il distanziamento sociale, la sanificazione degli ambienti e le spese legate alle corse aggiuntive nel servizio di trasporto urbano ed extra-urbano per garantire la riapertura delle scuole. Quanto alle mancate entrate, si è tenuto conto dei minori introiti derivanti dalle restrizioni anti-pandemiche di tributi come l’Imu, l’imposta di soggiorno o la tassa per l’occupazione del suolo pubblico.