Il suo nome non si doveva pronunciare, era un boss ‘innominabile’ Francesco Pezzella, a cui oggi i carabinieri di Giugliano in Campania e Caivano, hanno notificato nuove accuse nell’ambito di una indagine che lo pone al vertice di una organizzazione malavitosa attiva a Nord di Napoli. A descrivere la sua figura è l’ex capo di un gruppo malavitoso locale, Pasquale Cristiano, divenuto nel frattempo collaboratore di giustizia.
Pezzella temeva costantemente di essere intercettato e ai suoi uomini era negata la possibilità di pronunciare il suo nome: per indicarlo utilizzavano un gesto, si toccavano il mento, per indicare una persona con la barba. Sempre secondo i pentiti era lui a effettuare le scelte strategiche e, verosimilmente, sarebbe stato lui a ordinare l’omicidio di tre persone ritenute responsabili di avergli ucciso il fratello Mario e colpevoli anche di avere chiesto il “pizzo” senza il suo benestare.
Nuove accuse al boss ‘innominabile’ per paura di intercettazioni
Tempo di lettura: < 1 minuto