“Stiamo lavorando per voi”. Un colorato striscione, nella stazione Rione Alto, avverte gli utenti. È posto sulla recinzione degli ascensori. Gli elevatori, infatti, sono “in costruzione”. “Stiamo da ottobre così” si lamenta una signora. Protesta per “lo stato in cui versa la linea 1 della metro”. E perché, senza ascensori, la metropolitana è off limits per “disabili e bambini in carrozzina”. Un bel guaio. Non sta accadendo solo al Rione Alto, ma anche in altre stazioni. Sono i famosi lavori di revisione periodica, obbligatori per legge.
“Non c’è alternativa – ripetono dall’Anm -, tutti gli ascensori e le scale mobili sono soggetti a manutenzione programmata”. Ma sui tempi di riattivazione, alla partecipata non sanno dare indicazioni. “Dipende da tanti fattori” spiegano. Ovvero “da quanto gli impianti riescono a stare fermi, da quando arrivano i pezzi di ricambio”. E sottolineano: “All’azienda farebbe solo comodo fare il prima possibile, ci rendiamo conto che è un disagio per l’utenza“. E meno male. Ma una buona notizia c’è. Oggi hanno riaperto gli ascensori della stazione Policlinico. Una novità positiva, per i passeggeri diretti alla zona ospedaliera. Al Rione Alto, invece, penano ancora. Per gli utenti con disabilità motoria, è però attivo un servizio di trasporto taxi sostitutivo. L’Anm lo garantisce tutti i giorni, incluso domenica e festivi, dalle 9:00 alle 17:00. Bisogna tuttavia prenotare con 48 ore di anticipo. Il numero da chiamare è lo 081-7636602. “Comunque prenotare prima e il limite di tempo lo rendono inutile” sostiene la nostra utente. E se c’è un’urgenza? Al Rione Alto, da 4 mesi, funziona così. L’accesso è consentito solo da via Mariano Semmola, con l’uso delle scale mobili. Non è in funzione l’ingresso da via Giulio Palermo. “Sarebbe necessario realizzare un sistema tramite circolari – propone Antonio Di Gennaro di Assoutenti Campania Mobilità – che collegano tutte le stazioni interessate ai lavori, con fermate solo nei pressi delle medesime“. Per l’esponente dell’associazione “ancora infatti vi sono molti impianti da sostituire e revisionare e facendo come ora solo chiusure parziali momentanee, i lavori non si sa quando finiranno”.
E la signora contesta la tempistica delle manutenzioni. “Dopo 30 anni si devono sostituire gli impianti – dice – e loro hanno pensato di cambiarle contemporaneamente tutti”. Una critica, in tal senso, arriva da Adolfo Vallini dell’esecutivo provinciale Usb lavoro privato. “Il Comune di Napoli – afferma il sindacalista – dovrebbe programmare la fine della vita degli impianti”. Secondo Vallini i lavori si potrebbero scaglionare. “Se li facessero ogni 3 mesi, anticipando la scadenza del termine – suggerisce – il disagio non ci sarebbe”. Ma a rifacimenti ultimati, Anm sconta pure “un ritardo degli enti preposti al rilascio del nulla osta”. Di tutto un po’, insomma. E tra gli utenti monta il malcontento.