Tassa di soggiorno, un rompicapo. Non è facile orientarsi, nei meandri dei bilanci del Comune di Napoli. Ad esempio, non siamo riusciti a trovare i rendiconti 2021 e 2022. Si parla cioè dei flussi di cassa già avvenuti. A confermarlo è l’ex consigliere pentastellato Matteo Brambilla, alle ultime elezioni candidato sindaco della lista “Napoli in movimento. No alleanze”. Al tempo del consiglio, Brambilla era molto meticoloso, e spulciava i bilanci. E nulla, o quasi, gli sfuggiva. Ma oggi neppure lui, dopo un monitoraggio, trova la rendicontazione. Non temete: da qualche parte sarà. Conosciamo però l’incasso delle annate 2021 e 2022: rispettivamente 9.5 e 16.1 milioni di euro. Dallo studio delle carte, emerge che il totale delle entrate è stato completamente impegnato. Non sappiamo però in che modo. E ricordiamo quanto dispone la legge, sull’utilizzo del gettito da imposta di soggiorno. È destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di manutenzione dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici.
Circa il reimpiego dei fondi, abbiamo notizie sull’anno 2020. All’epoca, era in carica l’amministrazione de Magistris. E gli introiti della tassa, in era di lockdown, furono assai più magri. Appena 3.1 milioni. A questi si aggiunsero 9.4 milioni di ristori, provenienti dai decreti “ripresa” e “agosto”. Il totale ammontò a quasi 12.6 milioni. Le risorse furono concentrate tra gestione del trasporto pubblico (2.6 milioni), supporto a viabilità e infrastrutture (4.2 milioni) gestione del verde cittadino (5.3 milioni). Qualcosa anche per servizi turistici di accoglienza e promozione turismo (161.000) e Maggio dei monumenti (255.000 euro). Viceversa, per noi restano un rebus le annate 2021 e 2022. Ed è rimasto tale anche dopo un’istanza di accesso agli atti. Tempo fa l’ha fatta l’associazione Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli. Chiedeva lumi sull’utilizzo degli introiti dell’imposta. La risposta dell’amministrazione Manfredi, tuttavia, non ha soddisfatto.
Qualcosa in più apprendiamo dei bilanci previsionali. Quello 2022-2024 ipotizza di incamerare 14.2 milioni per il 2022, 14.7 nel 2023 e 15.2 l’anno successivo. Nelle tre annate, immagina di destinare le entrate ad alcune macro aree. Nel bilancio trovano posto iniziative e servizi per la promozione culturale (6.3 milioni, 3.7, 3.7). Ci sono poi i contributi ad enti, istituzioni, fondazioni, associazioni cittadine culturali-teatrali (3 milioni, 2.3, 2.3). Non si dimenticano, come d’obbligo, iniziative e servizi per lo sviluppo del turismo (3.5 milioni, 4.5 e 4.2). E c’è una fetta per la gestione del verde cittadino, peraltro a crescere: 1.3 milioni, 4.1, 4.9.
Ancora più ricco il previsionale 2023-2025, nello scenario del boom turistico. Per le tre annualità, si pronosticano entrate di 17.7 milioni (2023), 18.7 (2024) e 19.2 (2025). Vacche grasse, insomma, da distribuire. E così ad iniziative e servizi per la promozione culturale vanno 6.8, 7.3 e 7.3 milioni. I contributi ad enti e associazioni: 2.9, 2.4 e 2.4 milioni. Sviluppo del turismo: 4.4, 4.2 e 4.2 milioni. Al verde cittadino 3.3, 4.0 e 4.5 milioni. “Con queste cifre per il verde pubblico – sostiene Brambilla -, potremmo avere 100 giardinieri, 10 per ogni municipalità”. L’ex consigliere domanda: “Dove sono?”. Ai posteri l’ardua sentenza.