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Ne era annunciata la riapertura per la scorsa primavera. Invece niente: il Parco urbano dei Camaldoli è chiuso, e annaspa ancora nel degrado. A fare chiarezza prova Fiorella Saggese, presidente della commissione comunale Verde. Il caso, tra l’altro, impegna l’organismo da 2 anni. Tutto parte da un intrico di competenze. “Il suolo – dice Saggese – è del comune di Napoli, la gestione invece, per legge regionale, è dell’Ente Parco Metropolitano delle Colline di Napoli”. Un ente della Regione Campania. “L’apertura annunciata per la scorsa primavera – spiega la presidente – era dovuta alla stipula di un accordo di collaborazione tra il Comune e l’ente parco”. Il patto, tuttavia, “è purtroppo scaduto”. Come si è arrivati a questo? “Con l’accordo – premette Saggese – si sono fatti due interventi sul perimetro del parco. Il terzo doveva essere all’interno, a maggio“. Al momento di procedere, però, “i dirigenti del Comune si sono fermati, perché si sono resi conto che c’era una legislazione di ordine superiore da seguire, e lì non avrebbero potuto loro autorizzare un intervento di riqualificazione”. Il parco dei Camaldoli infatti “ricade all’interno di una zona speciale di conservazione, un sito Natura 2000”. Si tratta di particolari aree protette. Natura 2000 è una rete di siti di interesse comunitario, istituita dall’Ue. Ha tra le finalità la conservazione di habitat e specie animali e vegetali, identificati come prioritari dagli Stati membri.

E dunque nulla da fare. In attesa di trovare una quadra, lavori bloccati. Ma Saggese non vuole fasciarsi la testa. Lo stop “è stato lo spunto per approfondire una questione che, negli anni passati, è stata trattata superficialmente”. Ed in questo “momento si sta lavorando per mettere a posto la parte gestionale”. La consigliera assicura che “nel corso delle settimane a venire si riuscirà a definire una nuova linea di azione”. Anche “perché è prevista per il prossimo anno la partenza dei lavori da 1.8 milioni di euro, a valere sul piano strategico della Città metropolitana, che riguardano la parte infrastrutturale all’interno del parco”. La conferenza dei servizi “è prevista a breve, per definire il problema della gestione del bosco, che non può essere a carico del Comune”.

IL DOSSIER DI EUROPA VERDE

Intanto, un dossier di Europa Verde denuncia “lo scempio” della zona. Eppure il parco, costituto nel 1980, sarebbe un patrimonio cittadino. Si trova a ridosso dell’eremo dei Camaldoli. Contrassegna la cima della più alta collina partenopea. Ed è l’area ornitologica più importante della città: qui nidifica pure il raro falco pellegrino. Mozzafiato poi il panorama: si dominano Campi Flegrei e isole del golfo. Invece, da anni, il degrado lo attanaglia. “La situazione più critica è riscontrabile in viale Rai – afferma il dossier – territorio di scorribande da parte malintenzionati di ogni tipo”. Bersaglio delle razzie “le recinzioni zincate del parco, le caditoie dell’acqua, e perfino i tombini di ghisa“. E le querce, tagliate dai ladri di legname. Un’utopia la sicurezza, per chi si avventura. Puntuali, inoltre, gli sversamenti illeciti di rifiuti. Lo scorso 30 gennaio Rino Nasti, capogruppo di Europa Verde alla V Municipalità, ha chiesto al Comune di chiudere viale Rai. “Ormai – avverte -, tra poco tempo, non ci sarà più nulla da salvare”. Manca davvero poco.