Aggressioni delle babygang al Vomero: cresce l’allarme, restano al palo le denunce. La contraddizione è emersa è dal confronto tra cittadini e forze dell’ordine. E non è la prima volta. Di raid dei bulli molto si legge, sui media e sui social. Ma l’assenza di denunce è stata ribadita venerdì, al tavolo di osservazione sulla sicurezza della V Municipalità. In sala, tra gli altri, i dirigenti dei commissariati di zona della Polizia di Stato Monica Flaminio (Vomero), Stefano Ravel (Arenella), e il capitano Sergio Vaira, comandante della compagnia Carabinieri Vomero. Da loro è partito un appello a “formalizzare” gli episodi lamentati. E quindi a “non avere paura”. In assenza di querele, viceversa “il fatto non esiste”.
Resta alle forze dell’ordine, comunque, l’attività di prevenzione. Servizi espletati ogni settimana, quando si registrano diversi sequestri di armi bianche. La violenza minorile, al Vomero e non solo, “è un problema reale e non da oggi”. Ma la mancanza di denunce complica tutto. Paradossale, considerando la continua richiesta di controlli. A invocarli, famiglie sempre più preoccupate. Claudio, un genitore, testimonia: “I ragazzi oggi hanno anche paura di uscire”. E racconta del figlio, sfuggito ad un pestaggio. Quel giorno però un amico ha avuto la peggio.
Tuttavia, non si può affidare tutto alla repressione. “Non c’è stato nessun tentativo di integrazione tra i nostri ragazzi e quelli che vengono da altre zone” dice Mario Fontana del Comitato Civico Vomero. E sottolinea: “Non è vero che a creare problemi sono solo i ragazzi che vengono da Scampia, molti sono anche vomeresi”. A conferma di un malessere generazionale.