Per Bagnoli ci siamo: mancano giusto quegli 1.2 miliardi di euro, poi è fatta. Il calcolo è rapido. “Tra bonifiche a mare, realizzazione delle infrastrutture, del Parco urbano e del waterfront” conteggia il sindaco Gaetano Manfredi, anche commissario di governo per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell’area. Il primo cittadino, in consiglio comunale, ha tenuto la relazione sullo stato di avanzamento delle attività a Bagnoli-Coroglio. Soltanto la bonifica a mare, “la più grande d’Europa”, costerà 650 milioni. “Sono stati presentati progetti definitivi – informa Manfredi – per garantire la balneabilità e rimuovere l’inquinamento del fondale”, ossia la mitologica colmata. Peraltro, a margine del consiglio, il sindaco spiega di aver chiesto “una valutazione progettuale per un’eventuale rimozione parziale della colmata o per il suo mantenimento”. In tal caso, verrebbe sigillata, per evitare rischi ambientali.
Dal fondale ai fondi, però, il passo è breve. “Abbiamo speso 900 milioni di euro e stiamo ancora a parlare di progettualità, di costi da sostenere e di soldi che non ci sono, a questo punto” obietta Catello Maresca, capo dell’opposizione di centrodestra. Questi 1.2 miliardi “non si sa da chi saranno messi e con quali modalità” aggiunge dubbioso. Sui finanziamenti, un serafico Manfredi sottolinea che “è una decisione del ministro Fitto trovare le risorse per poter andare avanti”. Ma magnanimo precisa: “L’investimento può essere scaglionato nel tempo”. In comode rate, viene da pensare. Per Maresca tuttavia “non si può fare una progettualità seria senza indicare un cronoprogramma, e nella relazione non ce n’è traccia”. Iris Savastano, capogruppo di Forza Italia, rincara: “Se il sindaco non lo ha scritto, evidentemente neanche lui ha certezze sulla tempistica”. E con l’altro consigliere forzista Salvatore Guangi accusa: “Bagnoli è il buco nero della sinistra napoletana che anche oggi non fa nessun mea culpa”. Nel mirino ci sono “trent’anni di sperpero di centinaia di milioni di euro, e 1 miliardo e più per il nuovo progetto di rigenerazione”. E anche Antonio Bassolino ammette: “Servono risorse significative, la strada maestra è sempre la collaborazione tra Comune, Regione e Governo nazionale”. Hai detto niente. Ma l’ex sindaco e governatore concede: “Si sta cercando di fare passi in avanti” su Bagnoli. Passo dopo passo, avrebbe ammonito un tempo.
Manfredi, dal canto suo, rivendica l’azzeramento dei contenziosi, la bonifica completata nell’ex area Eternit, l’inizio di quella al Parco dello sport. Promette entro “tre anni e mezzo” la fine delle bonifiche a terra. E poi annuncia le clausole sociali, invocate dai comitati locali. “Nelle prossime gare, laddove è possibile – comunica il sindaco – ci sarà un vincolo perché una quota parte della forza lavoro utilizzata possa essere del territorio e della città“. Nino Simeone, gruppo misto, invece si dice dispiaciuto “perché le aziende aggiudicatrici di questi bandi non sono napoletane”. E quindi ha chiesto a Manfredi di valutare, oltre alle clausole per i lavoratori, “anche il coinvolgimento di ditte napoletane”. E la presidente del consiglio comunale, Enza Amato, prova a serrare le fila: “Adesso non è il momento di guardare indietro, ma di dare impulso alle cose da fare”. Purché arrivino, e presto, tutti i fondi. Ma “Bagnoli è una priorità” manda a dire Manfredi al governo.