Sono in stato di agitazione gli operatori sanitari che lavorano presso gli istituti penitenziari della provincia di Salerno, il carcere di Fuorni, l’icat di Eboli e quello di Vallo della Lucania. Mancano 26 infermieri nell’organico per poter garantire un servizio adeguato in strutture in cui c’è già una carenza di controlli come emerge chiaramente anche dalla inchiesta con la quale ieri la Procura di Salerno ha chiesto e ottenuto 16 misure cautelari per fermare un traffico di droga e telefonini all’interno del carcere di Salerno. L’assenza di sicurezza viene confermata anche dal personale sanitario che ha riferito, nel corso di una conferenza stampa convocata dalla Fials che si è svolta questa mattina, di continue aggressioni anche verbali e ha chiesto l’intervento del prefetto di Salerno per sollecitare l’Asl a un reclutamento di personale e al riconoscimento di un’indennità di rischio per gli operatori sanitari in servizio presso gli istituti penitenziari. Già nel 2023 la direzione generale dell’Asl aveva chiesto un’integrazione del personale necessaria a migliorare l’attuale offerta sanitaria delle persone detenute ma non c’è stata alcuna risposta. Oggi è la Fials con il segretario provinciale Carlo Lopopolo a rilanciare la vertenza proclamando lo stato di agitazione e chiedendo al Prefetto di attivare il confronto conciliativo, tenendo conto anche che dal 29 gennaio a Salerno viene addirittura prevista una nuova sezione per detenzione con pena attenuata.
Carcere di Salerno, in agitazione il personale sanitario
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