Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma dei Consiglieri comunali Michele Grimaldi e Francesco Velardo, e delle segreterie cittadine del Partito Democratico di Scafati, di Sinistra Italia e di PER – Per le persone e la comunità.
La nota – Ieri si è tenuta l’udienza del Comune di Scafati dinanzi alla Corte dei Conti.
Attendiamo con ansia la decisione del giudice, sperando che il nostro Ente non vada in dissesto, con tutto quello che drammaticamente ciò comporterebbe.
Non sappiamo quali dati abbia prodotto l’Amministrazione a sua difesa, dati che seppure chiesti, come al solito, ci sono stati negati e chissà perché.
Invece dei dati, sempre come al solito, è apparso un comunicato stampa del Sindaco che non incontra la realtà nemmeno per sbaglio.
Proviamo a fare un po’ chiarezza perché il Sindaco nella sua dissociazione ha dimenticato di scrivere una cosa: il Piano di rientro decennale è dovuto al buco di 33 milioni di euro che LUI ha lasciato quando nel 2017 è stato commissariato.
Quindi, caro Sindaco Aliberti, “chi l’ha preceduto”, come spesso dice lamentandosi, è esattamente il Sindaco Aliberti.
Così come le assunzioni erano bloccate proprio a causa dell’enorme debito dell’Ente che lui aveva creato.
E ancora: durante le sue due prime sindacature che per incapacità e convenienza politica non si sono incassati i crediti del vecchio Piano di Zona, si è lasciato fallire il P.I.P. generando contenziosi e debiti, si sono bloccate le procedure di assegnazione dei nuovi loculi.
E mentre noi in questi anni abbiamo denunciato la mancata attuazione delle misure previste dal piano di rientro, molti dei suoi consiglieri– a partire dal capogruppo di Forza Italia Di Massa – amministravano la città.
Da Avagnano assessore a Quartucci che ha votato l’ultimo bilancio di Salvati, se Aliberti vuole spiegazioni su quello che è accaduto negli ultimi 4 anni può chiedere alla sua maggioranza.
Ma d’altronde, a proposito di menzogne e ipocrisia, il Sindaco dopo aver ripetuto in campagna elettorale che non le avrebbe mai vendute, e dopo aver detto per sei mesi che la risoluzione del contenzioso con il Consorzio Farmaceutico Intercomunale avrebbe fatto recuperare all’Ente 9 milioni di euro, adesso finalmente ammette che venderà le cinque farmacie comunali.
Ma non un atto di riorganizzazione dell’Ente o della spesa è stato prodotto in sei mesi: le uniche scelte sono state aumentare la TARI, moltiplicare le nomine a spese dei cittadini con il ripristino del CdA dell’A.C.S.E. ed esternalizzare tutto: proprio all’opposto – anche qui, chissà perché – di quello che aveva deciso la Commissione straordinaria al suo arrivo.
La verità è che Aliberti dopo aver lasciato un deserto nel 2017, ritornato al potere, ha ripreso esattamente da dove aveva lasciato: sperperare i soldi pubblici per le sue eterne campagne elettorali.