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Si svolgerà il 7 febbraio la conferenza dei servizi promossa dalla Regione Campania, in cui gli Enti, tra cui il Comune di Buccino, sono chiamati ad esprimersi con dei pareri ambientali ed atti amministrativi sulla richiesta di autorizzazione integrata ambientale A.I.A., promossa dalla società di Sarno, azienda specializzata nel trattamento di rifiuti, Buoneco Srl, circa il progetto di realizzazione di un impianto di trattamento aerobico di 113mila tonnellate di rifiuti organici da localizzarsi nel lotto di proprietà n. 18 della zona industriale Asi di Buccino.
Una vicenda quella della società sarnese Buoneco srl, che ha avuto inizio nel 2016 quando gli imprenditori e titolari dell’azienda di trattamento rifiuti, Gaetano Buonaiuto e Gaetano Agovino, acquistarono per un valore di oltre un milione di euro dal Consorzio Cgs Salerno, gli immobili siti nel lotto industriale n.18 della zona industriale di Buccino presentando a palazzo di città, un progetto di realizzazione di un impianto di rifiuti a matrice organica, con trattamento aerobico, di 113mila tonnellate.
Progetto sul quale l’associazione Paese Mio, i residenti, il Comune di Buccino, i comuni della comunità Montana Alto Medio Sele e Tanagro e l’Ente Riserve Naturali della Regione Campania Monte Eremita Marzano-Foce Sele e Tanagro, insieme alle aziende agroalimentari Icab spa, Ibg Spa, e le aziende agricole, alzarono le barricate tanto che nel 2018 all’unanimità, maggioranza e opposizione volceiana, con un consiglio comunale monotematico straordinario, votarono una delibera di variante al Piano Urbanistico Comunale che modificò la classificazione urbanistica dell’area industriale di Buccino, da “zona industriale” a “distretto industriale agroalimentare, artigianale e logistico”.
Variante alla quale la società fonderie Pisano Spa, questa proprietaria del lotto n. 22 sito nella zona industriale di Buccino e per il quale ha presentato alla Regione Campania, un progetto di delocalizzazione delle acciaierie da Via dei Greci di Salerno nella zona industriale di Buccino, e la società Buoneco srl, presentarono ricorso per l’annullamento della variante al Puc, prima davanti ai giudici del Tar e poi, dinanzi al Consiglio di Stato dove il giudizio è tutt’ora pendente.