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Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza“. Alessandro Impagnatiello lo ha detto nelle dichiarazioni in aula dove è imputato per l’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano. “Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità – ha aggiunto – Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono“.
Lo scorso marzo, ormai da mesi, l’imputato somministrava veleno alla vittima“. Lo ha spiegato, ribadendo in aula uno dei temi agli atti dell’inchiesta, il pm di Milano Alessia Menegazzo nella fase della richiesta di ammissione delle prove nel processo milanese a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, avvenuto il 27 maggio dello scorso anno. La Corte ha ammesso tutte le prove e i testi richiesti da accusa, difesa e parte civile e ha aggiornato il dibattimento al 12 febbraio, fissando udienze anche per il 7 e il 21 marzo.
Il pm, con a fianco l’aggiunto Letizia Mannella, ha chiesto l’ammissione di tutti i testimoni indicati nella propria lista, tra cui investigatori dei carabinieri, consulenti tecnici, i familiari di Giulia e la 23enne italo-inglese con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. Anche lei, secondo le indagini, poteva essere uccisa quella notte e il 27 maggio aveva incontrato Giulia poco prima che venisse accoltellata. La Procura ha depositato anche “15 supporti informatici e 35 produzioni documentali“, tra cui un “messaggio audio inviato da Giulia ad un’amica” e un “video della festa di ‘baby shower’ di marzo, quando ormai da mesi l’imputato somministrava veleno alla vittima“. In più, “tutte le immagini delle telecamere di videosorveglianza” e un “estratto delle chat più significative tra l’imputato e Giulia” e tra lui e l’altra giovane italo-inglese. E ancora le “copie forensi dei pc e dei telefoni e il brogliaccio di una telefonata del primo giugno 2023” tra il fratello di Impagnatiello e un’altra persona. L’accusa ha chiesto anche l’esame dell’imputato, così come il legale dei familiari, Giovanni Cacciapuoti, che ha chiesto anche il “controesame di tutti i testi dei pm e della difesa“. E “visto che la difesa indica due consulenti, una psicologa e uno psichiatra“, come già noto e in prospettiva di una richiesta di perizia psichiatrica, l’avvocato ha anche chiesto “l’ammissione a prova contraria” di due propri consulenti, gli psichiatri Salvatore De Feo e Diana Galletta. L’imputato, infatti, nei mesi scorsi è stato “sottoposto ad una consulenza da parte degli psichiatri della difesa, con due elaborati“. Anche la difesa ha chiesto l’esame dell’imputato, il “controesame dei testi di pm e parti civili“, l’esame della psicologa e dello psichiatra, come consulenti. La Corte ha ammesso tutte le prove e a quel punto Impagnatiello ha preso la parola per dichiarazioni spontanee per pochi minuti per tentare, in sostanza, di chiedere “scusa” per un omicidio “inspiegabile” e per la sua “disumanità“. Il 12 febbraio saranno ascoltati in aula gli investigatori, il 7 marzo la sorella e la madre di Giulia e la giovane italo-inglese e un’altra udienza è fissata per il 21 marzo.

Il legale della famiglia Tramontano: “Ergastolo per Impagnatiello”