“Non intendo parlare. Ho già dato la mia versione nella immediatezza a Repubblica e l’ho fornita a chi la debbo fornire, agli inquirenti. Non so chi ha sparato perché non ero in casa in quel momento. Questa è una grande fake giornalistica. Che siano duecento metri, ammesso che io abbia detto che erano duecento metri, o dieci metri, la differenza la fa se sei o non sei sulla scena per poter dare una versione. E se io non sono sulla scena, non posso dare una versione”. Così ai giornalisti sul caso Pozzolo il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, dopo una visita nel carcere di Salerno.
“Ho trovato una Polizia Penitenziaria come sempre consapevole dell’importanza del proprio ruolo, in un contesto di sovraffollamento carcerario che con la carenza di organico diventa esplosivo. Ma ho raccontato loro che ci sono segnali di luce in fondo al tunnel: in un anno solare abbiamo trovato le risorse per più di cinquemila nuovi allievi di agenti di polizia penitenza proprio per andare incontro alla lamentata ma fondata critica in ordine alla carenza di organico. Ho anche spiegato le dotazioni che abbiamo comprato. Stiamo rimettendo la barra al centro della sicurezza nella convinzione che il trattamento è un segmento della sicurezza e non è vero il contrario. Stiamo cambiando lentamente la storia della Polizia Penitenziaria”. A dirlo il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, che oggi ha incontrato, a Salerno, gli agenti della Polizia Penitenziaria e la dirigenza della Casa Circondariale “Antonio Caputo”.