“La verità viene sempre a galla. Quel lavoro ai fianchi, spesso maldestramente mascherato da divergenze su questioni amministrative al Comune di Benevento, era in realtà solo un paravento per mascherare la manovra politica sottobanco azionata da tempo da un regista occulto. Avendolo prima sospettato e poi compreso, feci le scelte conseguenti in seno alla Civica Assise. Ma ora, giù la maschera. A Palazzo Mosti Farese è all’opposizione, a un passo dal Pd e il consigliere regionale Abbate è definitivamente passato armi e bagagli nel Partito democratico, con tanti saluti al leader politico e all’uomo a cui deve, in maniera assolutamente integrale, quel seggio regionale”, lo scrive il consigliere comunale ed esponente di Noi di Centro Alboino Greco.
“E’ un pretesto ridicolo quello del disaccordo sulla scelta di un’alleanza con Renzi: la riunificazione aggregativa delle forze moderate per riunificare l’area centrale è obiettivo storico del nostro leader Mastella, perfettamente coerente con la sua storia e il suo humus culturale. Cerchiamo di non edulcorare tradimenti politici con nobili ragioni, del tutto inesistenti”.
“Andiamo al punto. Non si tratta soltanto di tirare in ballo coerenze e tradimenti, gratitudine e lealtà. C’è anche un sottotesto politico facilmente decifrabile. Farese in un istante é passato da una delega fiduciaria concessagli dal Sindaco, all’ostilità aperta: virata a tempo di record. Ma il regista dell’operazione oggettivamente appare il consigliere regionale, regista del film ‘prendi i voti e scappa’. Chi mi definì, con un orrido termine del gergo medico che è inutile ripetere, uno smidollato. Bene, oggi potrebbe dimostrare di non esserlo lui stesso, di non aver scritto righe di autonarrazione: Abbate ha un solo modo per farlo, ovvero dimettersi. Chiedere scusa al leader politico e alla comunità politica che lo ha traghettato in Consiglio regionale (riversando sulla sua persona consensi di cui a stento conosce la provenienza e da tutta la Campania, considerato il sistema proporzionale che sottende l’elezione), e poi lasciare, rinunciando così al lauto stipendio percepito e proseguendo altrove il percorso politico, dopo aver guadagnato con Mastella cifre siderali: stipendi da presidente Asi, presidente Gesesa, più i circa dodicimila euro al mese da consigliere regionale. Dubitiamo che le dimissioni si materializzino: la lotteria si vince una volta nella vita“, conclude Greco.