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Un giaciglio di fortuna ricavato in un angusto vano nella zona garage di un complesso residenziale di via Moccia, proprio alle spalle dell‘Autostazione di Avellino.

Quello trovato da un ragazzo straniero per trascorrere “al riparo” le notti più gelide dell’inverno. E’ evidente che riparo non possono chiamarsi poche coperte  e qualche cartone adagiati su un pavimento di un garage.

L’uomo, dall’apparente età di 30 anni dice di chiamarsi Mohammed e che in realtà dovrebbe prendere un autobus per andare a Napoli. Intanto i giorni passano e lui, almeno la notte, torna nella sua casa.

Di giorno, però, fa perdere le sue tracce, soprattutto dopo l’intervento delle Forze dell’Ordine ma soprattutto dei volontari della Caritas che avrebbero voluto accompagnare al Dormitorio di via Morelli e Silvati.

Cosa spinga il ragazzo a rifiutare l’aiuto non è dato saperlo, ma è altrettanto vero che la vicenda fa tornare d’attualità il tema della mancanza di una rete di servizi sociali efficace. Ancor più con le insidie dell’inverno che drammatizza una situazione già critica di per se e richiede soluzioni urgenti per affrontare l’aumento del numero di senzatetto e prevenire ulteriori tragedie.

Tante le storie che arrivano da tutto lo Stivale di clochard trovati senza vita proprio nei mesi invernali, ma anche il caldo torrido non aiuta e storie drammatiche riempiono i notiziari anche d’estate.

Secondo recente dati dell’Istat, in Italia sono stati più di 700 i senza fissa dimora morti nel biennio 2022-2023, undici nella prima settimana del 2024: oltre 96.000 le persone senza dimora iscritte in anagrafe. La maggioranza è composta da uomini e il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, provenienti per oltre il 50% dei casi dal continente africano. L’Istat afferma altresì che le persone senza fissa dimora censite sono residenti in poco meno di 2200 comuni, ma si concentrano per il 50% in 6 comuni: Roma con il 23% delle iscrizioni anagrafiche, Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%). Dati sottostimati, perché come segnalato da Istat si riferiscono alla parte emersa del fenomeno, ovvero coloro iscritti alle anagrafi comunali o presso associazioni. In tale contesto, anche tra i senza fissa dimora, si riscontra una presenza non marginale di minori.

E intanto assistiamo passivi ad una strage di invisibili dei quali, spesso, sono sconosciute storia e condizione precedente, perfino il nome.