Dieci episodi contestati e una raffica di accuse rivolte dalla procura di Nola ad Aniello Donnarumma, sindaco di Palma Campania finito in custodia cautelare ai domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti nel comune vesuviano. Tra le ipotesi di reato formulate, 5 casi riguardano la turbata libertà degli incanti in concorso, 3 la corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, una la violazione di norme in materia di subappalto. Donnarumma è anche indagato per distruzione di atti veri in concorso. Nel motivare le esigenze cautelari, il gip nolano Teresa Valentino parla di “gestione fortemente personalistica della cosa pubblica” da parte del sindaco di Fratelli d’Italia. Donnarumma avrebbe orientato “le decisioni, anche quelle prettamente discrezionali e tecniche, dei propri dirigenti, non sempre nell’interesse della collettività ma piuttosto nell’interesse dei privati”. E quindi si assisterebbe sovente “ad un asservimento della funzione pubblica ad interessi di privati”.
Tra le contestazioni, ad esempio, “l’affidamento del servizio di social Marketing”, che sarebbe stato ottenuto in “modo illecito” da un’imprenditrice, peraltro non indagata nel procedimento. Oppure la vicenda della demolizione del chiosco-bar comunale situato tra piazza Mercato e via Marconi. L’ex concessionaria (non indagata) avrebbe avuto un rimborso, mentre la gestione sarebbe andata ad un altro imprenditore, indagato nell’inchiesta ma non raggiunto da misure cautelari. Il gip richiama pure l’assunzione a tempo indeterminato di una donna, non indagata, nella polizia municipale: sarebbe avvenuta “su sollecitazione di Nunziata Antonio”, imprenditore colpito dalla misura del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno. Lo stesso Antonio Nunziata e Aniello Sorrentino, destinatario di analogo provvedimento interdittivo, avrebbero ottenuto “numerosi affidamenti in violazione delle regole di evidenza pubblica e in cambio della messa a disposizione di posti di lavoro in favore di soggetti segnalati dal primo cittadino”. Uno snodo centrale per l’impianto investigativo. Questi scambi rappresenterebbero “come emerso dalla ricostruzione degli episodi corruttivi un chiaro tornaconto in termini elettorali”. Il giudice sottolinea come Donnarumma “in molteplici occasioni” si sarebbe “premurato di sponsorizzare imprenditori e privati a lui vicini”.
Di “assoluto rilievo investigativo” viene inoltre considerato un colloquio tra il sindaco e Antonio Nunziata, all’interno dell’auto di Donnarumma, captato dalle ambientali dei carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Il dialogo evidenzierebbe “in maniera chiara la natura dei rapporti fra gli indagati”. L’oggetto sarebbe una gara per i rifiuti, relativa al servizio di conferimento della frazione organica umido e dei rifiuti biodegradabili prodotti da giardini e parchi, provenienti dalla raccolta differenziata comunale. Al bando, dell’ottobre 2021, “ha partecipato la Cooperativa Sociale Multy Services di Nunziata”. Nella procedura “la commissione di gara – si legge nell’ordinanza – aveva attivato la procedura del soccorso istruttorio nei confronti del Nunziata. Determinazione che scatena una furiosa reazione dell’imprenditore nei confronti del sindaco”. “Digli che io ti sono fratello hai capito” sbotterebbe Nunziata, sollecitando il primo cittadino “a prendere provvedimenti nei confronti del dirigente (estraneo ai fatti, ndr)”. Dal canto suo “Donnarumma cerca di tranquillizzare Nunziata facendogli notare come non avrebbe potuto sempre sostenere le sue ragioni visto che in altre occasioni grazie alla sua intercessione le cose si erano evolute diversamente”. L’episodio viene ritenuto emblematico, per sostenere come il sindaco “pieghi la funzione pubblica nell’interesse del privato con una spiccata e allarmante abitualità”. Addebiti cui lui e gli altri inquisiti potranno replicare, con una propria memoria, per chiarire la loro posizione.