Non si salva nessuno nel Napoli crollato sul campo del Torino. Francamente difficile poter trovare dei voti che superino la sufficienza in una sfida nella quale gli azzurri hanno dimostrato di continuare ad avere problemi. Qualcuno dirà pancia piena, qualcun altro appagamento. Forse i più maligni parleranno di fatto episodico relativo alla cavalcata dello scorso anno in cui tutto è andato nel verso giusto. Impossibile pensare che, tra lo scorso anno ed oggi, la stessa rosa al netto del solo Kim mancante e con una guida nuova, abbia un cammino così diverso. Certo il peso di Spalletti resta importantissimo, soprattutto nella gestione dei rapporti con squadra, società e città. Non resta che dare conferma al presidente DeLa che ha sbagliato dal primo giorno della nuova programmazione. Le sue scuse sono comunque un’importante ammissione di colpa ma la barca fa acqua da ogni parte e Mazzarri (4), traghettatore dal sapore romantico, sta facendo, se è possibile, anche peggio di Garcia. Mantiene la squadra ancora col 4-3-3 per poi portare la difesa a 3 quando c’è stato da rincorrere nel punteggio e con un uomo in meno. Ma resta una squadra lenta nella ripartenza dal basso, con pochi slanci e una squadra disattenta capace di prendere due gol da calci piazzati.
Tre gol subito da Gollini (5,5) e altrettanti evitati da portiere che dovrà prendere le sorti del Napoli in mano per un mese e mezzo, visto l’infortunio di Meret. Poche occasioni in avanti col solo Raspadori (4,5) ad averne due, mancate però in maniera clamorosa. L’ex Sassuolo avrebbe potuto fare di tutto nell’occasione creata dalla coppia Di Lorenzo (4,5) – Zielinski (4.5). Le uniche fiammate di un capitano sballottato di qua e di là e di un centrocampista che, forse, con la testa sta già alla prossima avventura (in maglia nerazzurra?).
Ma chi entra al posto del polacco riesce a incidere anche meglio. L’entusiasmo di Mazzocchi (3) nel vestire la maglia della squadra del cuore si trasforma in incubo. Entra nella ripresa e ci mette pochi minuti a tornarsene negli spogliatoi per un’entrata assurda ai danni di Lazaro. Piede alto tra coscia e ginocchio, francamente incomprensibile. Eppure era stato graziato col giallo ma esiste il Var, rosso meritato e Torino ancora più assatanato. Juan Jesus (4) prova a tenere la barca in piedi ma farsi sovrastare da Buongiorno di testa in occasione del 3 a 0 ha proprio il senso della resa incondizionata. Una difesa, quella del Napoli, nella quale, forse, si salva il solo Mario Rui (5), dal suo lato le cose migliori ma per il resto, reparto inerme con Rahmani (4) che non regala sicurezze al pari del compagno di reparto.
Mancata anche la copertura del centrocampo. Cajuste (3,5) è un pesce fuor d’acqua, prova a fare da frangiflutti ma senza grande successo. Lento e approssimativo, un suo ritardo nella chiusura porta Vlasic ad alzare la testa e trovare l’angolino che fa abbassare il sipario. Meglio Lobotka (5) che resta il lontano parente di quello ammirato l’anno scorso, costretto a rincorrere chiunque e ad abbassarsi per ricevere un pallone. Entra tra i migliori, se così si può dire, perchè non sbaglia un pallone dei passaggi serviti: ogni sfera è arrivata a destinazione, magra consolazione.
Il Napoli non segna, manca anche Osimhen e mancherà per un po’ come manca Simeone (sv) al quale viene ancora una volta preferito Raspadori. Ma soprattutto manca chi è rimasto in azzurro. Kvara (4,5) non decolla, non salta l’uomo, tenta sempre la giocata che, ormai, hanno imparato tutti. Meglio Politano (5) dal lato opposto. Nonostante qualche acciacco, il giocatore entrato nel mirino degli arabi prova a svegliare la squadra con qualche fiammata ma risultati pochi.
Un Napoli senza anima, una squadra che pare aver dimenticato cosa è stata capace di fare qualche mese fa. Neanche il tricolore ricamato sul petto riesce a risvegliare l’orgoglio di questa squadra.
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