Un altro anno si appresta a salutare. Il 2023 sta per cedere il passo, un sipario che calerà definitivamente questa notte, dando il benvenuto al 2024. Un ideale passaggio di testimone che probabilmente farà contenti i tifosi del Benevento, desiderosi di lasciarsi alle spalle le recenti amarezze e delusioni. L’ultimo anno, calcisticamente parlando, non sarà di quelli da ricordare per i colori giallorossi, dopo diverse stagioni da incorniciare e custodire gelosamente nel cassetto dei ricordi.
Il 2023 è stato un anno drammatico sotto il profilo sportivo e dei risultati, incominciando dal saluto a quella serie B conquistata con fatica nel 2016. La retrocessione e il ritorno in C restano ferite profonde e dolorose sulla pelle di chi ha la Strega nel cuore, soprattutto per il modo in cui sono arrivate. Ultima nel torneo cadetto, senza mai dare un cenno di reazione, la compagine sannita è andata incontro a un destino annunciato, materializzatosi il 13 maggio scorso. Nonostante il successo in rimonta sul Modena, il pareggio del Brescia condannava il Benevento alla retrocessione matematica, spalancando definitivamente le porte degli inferi.
Trentacinque punti conquistati in trentotto giornate, appena sette vittorie e ben diciassette sconfitte. Numeri che sottolineano la sofferenza patita ai piedi della Dormiente, con l’onta di dover chiudere in ultima posizione, cancellando la speranza di un possibile ripescaggio, un’ancora di salvezza in mezzo a un mare in tempesta.
Un 2023 iniziato sotto la guida di Fabio Cannavaro, il campione del mondo subentrato a Fabio Caserta. Una scommessa persa da parte della società di via Santa Colomba, a cui resterà l’effimera medaglia di essere stata la prima squadra italiana ed europea del simbolo dell’Italia iridata del 2006. Una magrissima soddisfazione (se così si può definire), aggravata dalla scelta di puntare su Roberto Stellone. Una parentesi di due mesi, senza riuscire a riportare in linea di galleggiamento una nave destinata alla deriva, che aveva perso nel frattempo anche il direttore sportivo Pasquale Foggia. Il finale di stagione affidato ad Andrea Agostinelli, tornato dopo dieci anni su una panchina italiana e in grado, almeno, di restituire un briciolo d’orgoglio a una squadra deludente sotto molti punti di vista.
La ripartenza estiva, un nuovo progetto triennale sotto l’egida di una figura come Marcello Carli. La voglia di ricostruire organico e senso di appartenenza, puntando sulle qualità di un tecnico giovane ed emergente come Matteo Andreoletti. La necessità di tempo bruciata dalla voglia di risultati, al netto di un organico dimostratosi non all’altezza. L’esonero è parso scontato, una mera questione di tempo (in questo caso) seguita dalla decisione di affidarsi a un allenatore esperto, a cui resta legato il ricordo dell’impresa del 2016. Il 2024 si aprirà sotto la guida di Gaetano Auteri, l’uomo designato per cercare di restituire gioia e sorrisi alla Strega. Da domani, per usare le parole dello stesso tecnico di Floridia, “conteranno solo il presente e il futuro immediato“. E allora non resta che voltare pagina e sperare in un 2024 calcisticamente migliore.
La retrocessione e i cinque allenatori, si chiude l’anno nero della Strega
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