Non sono proprio come i No Tav, semmai loro sono i No Funi. Nel senso di no al progetto di un’altra stazione della Funicolare di Montesanto, in via Tito Angelini al Vomero. Le notizie sulla gara per i lavori hanno mandato sulle barricate il Comitato San Martino. Perché, osservano, a San Martino non solo c’è già una stazione della Funicolare di Montesanto. Ma in via Morghen dista appena 350 metri dall’area destinata alla nuova fermata. Il Comune di Napoli, tuttavia, sarebbe pronto ad azionare le escavatrici. “Evidentemente chi pensa questo – afferma il comitato – non conosce la zona e utilizza questa motivazione per spendere soldi, scontando il prezzo di un nuovo sbancamento nella collina e le inevitabili conseguenze sull’assetto idrogeologico”.
E scava, scava e scava. Ma scavando nella memoria, gli attivisti ricordano come “già nel 2004 sventammo un’ipotesi analoga che prevedeva la costruzione di un ascensore”. La struttura, dalla galleria della Funicolare, sarebbe dovuta arrivare proprio in via Tito Angelini. E insomma, l’idea di bucare la collina già agita gli ambientalisti. San Martino è uno scrigno delicato. In pochi metri quadri concentra un grande patrimonio monumentale e paesaggistico. Dal Belvedere, a picco sulla cartolina di Napoli, alle scale della Pedamentina. Passando per la trecentesca Certosa ed il museo nazionale, fino a Castel Sant’Elmo, palcoscenico della rivoluzione del 1799, accanto al quale dovrebbe sorgere la stazione. Incessante è il flusso di visitatori quotidiani. Il comitato San Martino chiede se sia “così necessaria questa fermata“. E poi “quanti utenti al giorno in più attrarrà?”.
Gli attivisti temono di veder “definitivamente mortificata la gradevole passeggiata che turisti e cittadini ben conoscono e spontaneamente praticano”. Chi arriva con la metropolitana o le due funicolari, ragiona il comitato, è lieto “di fare questo percorso a piedi lungo strade poco intasate da traffico veicolare”. Il tragitto, infatti, gode di “ampi marciapiedi”, e permette di ammirare “gli edifici di inizio 900 che accompagnano fino al Belvedere di San Martino ed aprono l’anima e gli occhi ad uno spettacolo unico“. Un’esperienza invece esclusa dal viaggio sottoterra. Ciò nonostante, il comitato non si dice sorpreso dall’annuncio del cantiere. “È perfettamente compatibile – sostengono – con una visione ‘modernista’ della città che accomuna l’attuale Governo e l’attuale amministrazione comunale di Napoli”. Vale a dire “grandi opere che significano scavi, cemento, peggioramento delle condizioni idrogeologiche del sottosuolo napoletano e della collina di San Martino in particolare”. Così, però, non si terrebbe conto “del rapporto costi benefici di ciò che si va a realizzare”. In pratica, saremmo di fronte a una “opera inutile e costosa”. L’appello è di fare “altro con quei soldi”. Magari comprare “altri tram ed autobus eco compatibili”.