Il clima si è surriscaldato sulla presunta questione morale, durante la discussione sulla delibera del piano di razionalizzazione delle partecipate. Scintille oggi in consiglio comunale tra il consigliere Luigi Grimaldi, del gruppo misto, e la presidente dell’assemblea Enza Amato. A dar fuoco alle polveri Grimaldi, eletto con la lista Moderati per Manfredi, prima di proclamarsi indipendente un anno e mezzo fa. Nel suo intervento, il consigliere ha puntato il dito contro il “consiglio comunale diventato ‘un mercato delle vacche'”, dove si registrerebbe un “assalto alla diligenza”, e “tutti quanti sono pronti a salire sul carro del vincitore”. Quindi Grimaldi ha mirato al bersaglio grosso Gaetano Manfredi, non presente in aula. Ha evocato il suo patteggiamento con la Corte dei conti, nell’ambito del procedimento sugli incarichi extra accademici tra 2004 e 2010, per cui il primo cittadino ha restituito 210.000 euro. “Un sindaco – ha attaccato il consigliere – che è sempre assente, non risponde a domande sul suo caso scandaloso a livello nazionale, ha patteggiato una pena”. Amato è intervenuta subito a stoppare l’invettiva, ritenuta non “attinente alla mozione”. Solo l’inizio di un lungo duello. A Grimaldi, infatti, il fischio arbitrale non è andato giù: “Io lo sapevo che lei voleva celare la questione del sindaco. Non mi interrompa, era soltanto un appunto”. Per poi tuonare ancora contro Manfredi “colto con le mani nella marmellata”. L’atmosfera si è fatta elettrica. Amato ha invitato il consigliere “a mantenere un linguaggio corretto”.
Poco dopo, per fatto personale, ha preso parola il leader della sinistra Sergio D’Angelo. “La censura al sindaco è legittima, meno legittimo – ha sostenuto – è dare al consiglio di essere divenuto mercato delle vacche. Un’affermazione che non posso accettare, fossi stato nella presidente le avrei tolto la parola“. D’Angelo ha rincarato: “Di vacche in questo consiglio non ne ho mai viste, qualche volta ha fatto capolino qualche bufala, per errori di valutazione da parte di colleghi spesso dell’opposizione”.
Grimaldi non si è certo acquietato. Anzi, nella replica ha brandito l’accusa di trasformismo in maggioranza. “D’Angelo – ha detto – mi dovrebbe chiarire alcune cose avvenute a inizio consiliatura. Oggi abbiamo una giunta in parte di centrodestra, nella persona dell’assessore Santagada“. Un passato in Forza Italia, l’assessore al Verde è stato indicato dalla lista Azzurri per Napoli-Italia Viva, blocco moderato nell’eterogenea coalizione di Manfredi. Santagada, a differenza del sindaco, era tra i banchi della giunta. Ma è rimasto impassibile. “Per ‘mercato delle vacche‘ – ha spiegato Grimaldi – si intende un salto della quaglia fatto da chi ha perso le elezioni ed è passato dal centrodestra al centrosinistra, alterando la volontà popolare”. La nuova scarica di addebiti ha riacceso lo scontro con Amato. “Questo non è fatto personale, sono considerazioni” ha ammonito la presidente. “Perché avete paura?” ha chiesto provocatoriamente l’esponente del gruppo misto. Quando Amato ne ha dichiarato chiuso l’intervento, Grimaldi è esploso: “Scriverò al prefetto, la denuncio”. La presidente ha rivendicato la sua “prerogativa”, ribattendo: “Non può imputare a D’Angelo cose che non ha detto”. Fine del match, e meno male che a Natale sono tutti più buoni.