Basta abbassare di 10 centimetri l’altezza minima richiesta, sperando non cresca la statura media degli occupanti. E il gioco è fatto: la Regione Campania si appresta ad ampliare il numero di sottotetti abitabili. Lo prevede uno dei 64 emendamenti al disegno di legge “Norme sul Governo del Territorio”, sfornato dalla giunta regionale. A firmarlo sono 18 consiglieri di maggioranza e opposizione. La modifica approderà il 28 dicembre in commissione Urbanistica.
A preannunciare voto contrario, la consigliera Maria Muscarà del gruppo misto. “È una proposta – dice – che non può essere assolutamente fatta in un territorio come il nostro, a rischio sismico, a rischio vulcanico, con una fortissima concentrazione in zone fortemente abitata“. Muscarà, richiama gli ultimi dati Istat (“noi ci stiamo anche spopolando”). E domanda: “A cosa ci servono tutte queste case?”. La critica si inserisce nel quadro di un testo “che chiamano ‘a consumo di suolo zero’, ma tale non è, perché ci sono aumenti del 25, del 35 e addirittura 50% su demolizione e ricostruzione“. Inoltre, secondo la consigliera, “gli emendamenti portati in aula sono anche peggiorativi, e i pochi non dannosi sono ininfluenti”.
A cambiare è l’articolo sul Recupero di locali tecnici e di manufatti esistenti (45 ter). La modifica dichiara di perseguire “gli obiettivi di rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo”, tramite “la rifunzionalizzazione delle volumetrie dei locali tecnici e dei manufatti esistenti posti all’ultimo livello di un edificio”. La condizione è che l’edificio non sia destinato, in tutto o in parte, ad attività produttiva, e sia stato realizzato legittimamente. Oggi la legge regionale, per l’abitabilità dei sottotetti, dispone un’altezza minima di 2.20. In caso di soffitto non orizzontale, l’altezza della parete minima non può essere inferiore 1,40 metri. L’emendamento invece abbassa a 2.10 “l’altezza media interna, calcolata dividendo il volume interne lordo per la superficie interna lorda”. In caso di soffitto non orizzontale, si scende a 1.20. Ai fini del recupero abitativo, i locali dovranno essere esistenti alla data del 31 dicembre 2022.