Comandavano dal carcere, con videochiamate agli affiliati, i capi del gruppo Sasso Parziale, colpito dall’operazione da 26 misure cautelari, eseguita oggi da carabinieri e polizia tra Afragola e zone limitrofe. A sostenerlo è l’indagine della Dda di Napoli, mirata su “un’articolazione del clan Moccia”, con base nel rione Salicelle, e ambizioni di espandersi. Ma le carte raccontano di carceri colabrodo, con ordini inviati “a mezzo di un telefono detenuto abusivamente” in cella. E rilanciano l’allarme sulla permeabilità dei penitenziari.
Fino all’ottobre 2020 “il gruppo associativo di tipo mafioso diretto capeggiato e promosso dal referente territoriale Luongo Nicola – si legge nell’ordinanza -, durante e a causa della detenzione di quest’ultimo è stato diretto da Parziale Vittorio (secondo le direttive del Luongo inviate a mezzo di un telefono detenuto abusivamente in carcere) e da Sasso Giuseppe (quest’ultimo detenuto sino al giugno del 2020, il quale pure veicolava le proprie ambasciate al Parziale dal carcere attraverso telefoni abusivamente detenuti in carcere)”. Dal novembre del 2020, “la direzione del gruppo passava a Sasso Giuseppe”. Per Sasso e Vittorio Parziale, la Dda aveva chiesto l’arresto in carcere. Il gip ha però respinto la richiesta, applicando il principio della retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare. Entrambi, infatti, nell’ottobre dell’anno scorso furono destinatari di provvedimento per fatti connessi.
Dal canto loro, gli affiliati avrebbero raccolto “le direttive impartite dal carcere da Luongo Nicola”. Indicazioni relative alla “gestione delle attività estorsive”, e alla “raccolta delle quote imposte alle piazze di spaccio esistenti sul territorio di Afragola”. Ma non solo: le “ambasciate” dalla cella, li avrebbero guidati per interagire “nelle strategie criminali messe a punto dall’organizzazione”, e per fornire “appoggio logistico nella commissione delle rapine”. Ma in ascolto c’erano i carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna e della Stazione di Afragola, nonché i poliziotti della Squadra mobile di Napoli e del Commissariato di Afragola.