Per la via vecchia, per lo stretto di Barba o prendendo l’autostrada, magari uscendo ad Avellino est. Sono in tanti ad aver fatto il viaggio tra le due province, tra Sannio ed Irpinia, a volte con un trasferimento diretto.
Nel nuovo millennio, la rotta si è intensificata con tanto traffico in A16. Che porta a tirare giù una formazione che lotterebbe, oggi, per la massima serie italiana. E allora nel nostro undici ideale la guida tecnica la affidiamo ad un mister che ha significato tanto, forse tutto per Avellino ed un ricordo meno nitido nel Sannio. Con Adriano Lombardi in panca (vinta col cuore la sfida con Auteri, Carboni, Ugolotti e Nanu Galderisi) ed i due direttori Salvatore Di Somma e Tonino Loschiavo, un team del genere si regge su uno sponsor come la IVPC ed un compianto amante del calcio come Ciro Vigorito.
In campo non ce ne sarebbe per nessuno. Da Pino Taglialatela tra i pali, ad Avellino il trampolino di lancio e a Benevento i titoli di coda di una splendida carriera. Poi difesa a 4 con Mimmo Colletto e Antonio Zito sulle corsie laterali, Ignoffo e l’albanese Djimsiti al centro. In mezzo al campo tanta sostanza per offrire copertura ad un attacco sontuoso: Antonio Nocerino, Vincenzo Riccio e Serge Diè.
In avanti quei tre imprendibili fenomeni: i due Gigi (Molino e Castaldo) con Felice Evacuo. Non mancano i validi sostituti con Gigi Sassanelli dodicesimo (in attesa di Pasquale Pane ancora in attività), poi Diego Palermo, Ronaldo Vanin, ‘Cina’ Cinelli, il re Umberto Eusepi, ‘Cippo’ Cipriani e quel Roberto De Palma che proprio in un derby timbrò in maglia giallorossa un palo al Santa Colomba con una sforbiciata, appunto, da categoria superiore.
Se la panchina scalpita, in tanti restano in tribuna: da Criaco a Voria, passando per Di Sauro e Walter Zullo in difesa. In mediana, attendono una convocazione Andrea Gennari, Mimmo De Simone e, consentiteci un passo indietro, Josè Guimaraes Dirceu.
In avanti, non sfigurerebbero affatto Gianluca De Angelis, Ale Pellicori, Raul Asencio e Mimmo Kanoutè. Ricordi, nemmeno tanto sbiaditi, colori che si intrecciano, storie che si raccontano. E la conferma che, negli ultimi anni, tra Avellino e Benevento, il calcio di livello è stato di casa.