Lei 26 anni, 24 il suo compagno. Tra loro un piccolo di 3 anni, figlio e testimone di una relazione spesso violenta. Il motore delle liti è la gelosia, quella del 24enne che teme il tradimento. In tarda serata l’ennesima discussione. Si alza la voce, si alzano le mani.
L’uomo schiaffeggia la compagna in volto, la strattona, la insulta. Le tira i capelli, poco importa che il piccolo assiste inerme e spaventato all’aggressione.
La 26enne teme il peggio, agguanta il telefono e corre verso il balcone. Quando è fuori grida aiuto e digita 1-1-2 sullo smartphone. Fa in tempo a fornire l’indirizzo ma non riesce a raccontare tutto. Il compagno le strappa il telefono, interrompe la chiamata e la spinge di nuovo. Poi esce di casa.
Il bambino è inconsolabile. Piange a dirotto, come la mamma. I carabinieri arrivano sul posto in pochi istanti. Si ritrovano difronte una donna col volto livido, parte del cuoio capelluto strappato. Il piccolo che ancora piange.
La accompagnano in Ospedale dove le vengono diagnosticate lesioni guaribili in 15 giorni. Poi raccolgono la sua denuncia.
Intanto il 24enne si presenta in caserma. Prova a giustificare il suo comportamento, ammette la sua gelosia. Non basta. Scattano manette e arresto. Ora è in carcere, in attesa di raccontare al giudice la sua versione.
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