Il 25 Novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, un’occasione per richiamare l’attenzione contro una piaga che da tempo affligge la nostra società e che è ancora troppo spesso sottovalutata o addirittura sminuita.
Di qui la CGIL abbiamo anche lanciato la campagna “Siamo Qui per Restare. Vite Non Numeri” è una campagna social che prevede la pubblicazione delle proprie foto con l’hashtag #siamoquixrestare. Adesioni, immagini, storie e contributi potranno essere raccolti su una pagina del sito “collettiva”.
Di seguito il link per firmare la petizione: https://bit.ly/3Rb4bdd
I rappresentanti associazioni dichiarano rispettivamente:
Italia D’Acierno del Coordinamento di Genere Cgil Avellino: “Non chiamiamola emergenza”
la violenza di genere non è figlia dei raptus ma di una cultura patriarcale: chi decide di utilizzare la violenza in qualsiasi forma essa si esprima fa una scelta consapevole, mirata e la cultura patriarcale da sempre ha legittimato, ed ancora legittima, comportamenti violenti, linguaggio e lessico sessista, manipolazioni psicologiche, discriminazione di genere, ricatti economici ed infine omicidi. Uccidere una donna è l’ultima forma di potere che un uomo esercita su di lei se non si arriva a comprendere che non basta inasprire le pene ma è necessario lavorare insieme e non delegare a qualche istituzioni per scalfire qualcosa che è talmente radicata da emanciparsi e rinnovarsi nelle modalità d’azione, le donne continueranno a morire.
Non vi è retorica nel dire che la violenza è responsabilità collettiva, non bisogna chiudere gli occhi e additare ma è fondamentale partecipare, esserci: tutto ciò che è messo in campo è importante ma fondamentale è l’impegno concreto dello Stato e delle Istituzioni non solo varando nuove leggi ma finanziando i centri antiviolenza, i consultori familiari. Ed è per questo che non basta più Resistere è tempo di agire: il cambiamento parte da noi è un processo che coinvolge tutti ed investe ogni campo del nostro vivere, nessuno si salva da solo. La Cgil è in campo per sensibilizzare il genere maschile ad affrontare le criticità in ogni luogo di lavoro”.
Per Alfredo Cucciniello presidente delle ACLI: “La sfida è di tipo culturale. Abbiamo il dovere, anzitutto educativo, di preparare tempi nuovi per le future generazioni. La violenza sulle donne è una ferita insopportabile ed inaccettabile per la nostra epoca, già troppo segnata da antiche e nuove violenze. È una battaglia di civiltà e di umanizzazione dei rapporti quotidiani, in cui ogni uomo ed ogni donna devono fare la loro parte, e le stesse Istituzioni, a partire dalla famiglia e dalla scuola, devono impegnarsi a fondo, oltre le indignazioni del momento ed oltre la scadenza della Giornata del 25 novembre che ci ricorda la sofferenza di troppe donne, in ogni angolo del mondo, spesso nel silenzio e nella solitudine dell’abbandono”.
Michele Casarano Presidente Federconsumatori Avellino dichiara: “Il drammatico caso di Giulia Cecchettin, che in questi giorni ha sconvolto tutta l’opinione pubblica, non è che uno dei più recenti episodi di femminicidio nel nostro Paese, da gennaio a oggi in Italia sono stati commessi 285 omicidi e in 106 di questi le vittime erano donne. Per questo la Federconsumatori è in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne e per questo aderisce con convinzione e fermezza a tutte le manifestazioni che sono un pungolo sociale e politico importante per cambiare profondamente ed in meglio la nostra società. Da tempo in qualità di Associazione che tutela i diritti dei cittadini mettendo in primo piano
il contrasto a qualsiasi forma di violenza e disuguaglianza. Non possiamo e non vogliamo rassegnarci a pensare che la violenza di genere sia un fenomeno impossibile da sradicare e anzi abbiamo la ferma intenzione di continuare a batterci per una società in cui le donne vedano garantiti i propri diritti e le proprie libertà”.
Sara Plutino, responsabile area tranfemminista dell’Arci Avellino afferma: “Come Arci da tempo stiamo riflettendo su come affrontare il tema della violenza sulle donne e di genere. Spesso il tema viene affrontato -dai media, dalle istituzioni e anche nei luoghi di formazione – senza rispettare la complessità del problema rinforzando la maggior parte degli stereotipi di genere che sono proprio alla radice del fenomeno. Ci siamo spinti ad immaginare qualcosa di alternativo, andando oltre la commemorazione del 25 nov. necessaria ma non bastevole. Il 21 nov. Con il teatro dell’oppresso e lo spettacolo “brucio d’amore” abbiamo avviato questa sperimentazione che possiamo dire di aver vinto. Ogni partecipante ha avuto l’occasione di sperimentare gli strumenti giusto qualora si trovasse nella situazione di dover supportare qualcunə in una situazione di oppressione. È stato emozionante!”.
Infine il segretario della CdLT Cgil Avellino Franco Fiordellisi: “Nell’ambito delle mobilitazioni e degli scioperi che culmineranno in Campania il 1 Dicembre abbiamo deciso di leggere l’appello contro la violenza sulle donne, e dopo come CGIL e UIL abbiamo deciso di osservare un “minuto di rumore” perché è impossibile fare silenzio su questa strage. Inoltre con il coordinamento territoriale “La Via Maestra-La Costituzione” dopo gli appuntamenti nazionali, abbiamo avviato, sui temi civili e sociali
un’azione per compulsare le istituzioni, la politica su temi sensibili per questo l’appuntamento del 25 novembre rappresenta una tappa, de La Via Maestra, che stiamo percorrendo. Le violenze di genere, i femminicidi, gli innumerevoli casi di molestie sul posto di lavoro nonché di violenza psicologica ed economica, sono il corollario, tragico, che si connota come una vera e propria strategia e strage nei confronti del genere femminile da parte del genere maschile, per questo è fondamentale agire per affermare le tematiche dei Diritti Civili e Sociali dai luoghi di lavori, nelle famiglie e nelle comunità sociali a partire dalle aree periferiche e marginali come la provincia di Avellino. Come coordinamento
abbiamo affrontato già il tema della condizione delle carceri e delle pene, ed è quindi utile ricordare che in questi anni, nonostante il numero degli omicidi commessi sia sostanzialmente stabile, quello dei femminicidi risulta in continua crescita (+12% dal 2019 al 2022) e solo nel 2022 quasi 15mila donne si sono rivolte rivolte al pronto soccorso in seguito a violenze e/o aggressioni subite, e abbiamo scoperto che spesso, troppo spesso, le denunce fatte agli organi di polizia sono sottovalutate e non prese in considerazione, per questo serve un cambio di passo in sensibilità e per la prevenzione. Inoltre assume una importanza enorme l’azione da farsi in tutti i contesti del mondo lavorativo, lo ritengo fondamentale per determinare un cambiamento a livello sociale e culturale: promuovendo il rispetto delle differenze e dell’inclusività, mettendo le donne in condizione di essere lavorativamente ed economicamente indipendenti, modificare i modelli culturali che perpetuano una mentalità legata al possesso e sopraffazione. Abbiamo chiesto che nella legge finanziaria si migliorassero i servizi di supporto e di assistenza, soprattutto attraverso un adeguato finanziamento dei centri antiviolenza”.