“Il Consiglio regionale prende e perde ancora tempo per l’approvazione della legge di iniziativa popolare sul diritto alla cura per i malati con patologie disabilitanti gravi e gravissime sottoscritta da 11.395 firmatari”.
Lo denuncia il gruppo “Moderati e Riformisti” con il capogruppo Livio Petitto già firmatario di una Interrogazione regionale sul medesimo tema.
“Del resto- commenta l’onorevole Petitto– nutrivo non pochi dubbi sul fatto che l’iscrizione del provvedimento all’ordine del giorno, avvenuta di fretta e furia proprio a pochi giorni dalla presentazione dell’Interrogazione dello scorso 2 novembre, fosse l’ennesimo escamotage della Giunta per non ammettere le proprie responsabilità e i ritardi accumulati sull’iter normativo.
Ed infatti il provvedimento è stato rinviato perchè ancora in esame della Commissione Consiliare Permanente Sanità, come richiesto dallo stesso presidente Alaia.
Inoltre ci è stato detto che parte delle richieste contenute nella proposta legge sono state inserite nella programmazione regionale, ma nei fatti la delibera numero 164/2022 dice altro, ed infatti ha generato la vibrante protesta di Comitati e cittadini per contestare l’esclusione di quasi 1000 pazienti dal diritto alla cura”.
Di qui il voto contrario di “Moderati e Riformisti “ al pari degli altri gruppi di centrodestra, alla proposta di rinvio della discussione poi licenziata dall’Aula a maggioranza: “Vigileremo passo dopo passo in tutte le sedi opportune affinchè non si perda altro tempo.
Lo dobbiamo ai nostri concittadini- incalza il capogruppo Petitto- a quell’esercito di persone che si sono viste negare il diritto sacrosanto alla cura di acclarate patologie su base congenita, escluse dall’assistenza specializzata e “parcheggiate” nelle Rsa che, per natura e per requisiti disposti dalla normativa regionale, non possono assicurare le cure riabilitative. E questo significa negare loro di vivere più dignitosamente, se non addirittura di salvargli la vita.
Questa Giunta regionale –conclude- oggi ha perso l’ennesima buona occasione per spiegare perché ancora una volta in tema sanità restiamo drammaticamente indietro nel quadro nazionale in termini di prestazioni e assistenza, tanto da riuscire a rispondere solo rispondere solo al 15% dei bisogni reali di salute dei cittadini”.