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Il Comitato sannita Abc insieme ad una delegazione di tutti i comitati per l’acqua pubblica della Campania è stato ricevuto giovedì 16 novembre dal presidente De Luca e dall’assessore Bonavitacola per chiedere il ritiro della delibera di giunta n.312 del 31.05.2023, con la quale si privatizza la gestione delle grandi fonti della Campania, ivi compreso Cassano Irpino e l’acqua dell’invaso di Campolattaro.

Il presidente De Luca ha ribadito che la gara a doppio oggetto andrà avanti e non è stata fatta alcuna apertura ai comitati, fatta eccezione di portarli a conoscenza degli atti di gara. Contrariamente a quanto traspare dalle dichiarazioni rese dal presidente De Luca nella diretta Facebook del 17.11.2023, i comitati per l’acqua pubblica della Campania sono categoricamente contrari alla costituzione della società mista pubblico/privato per la gestione della grande adduzione, perché non è una “gestione totalmente pubblica”.

La partecipazione dei privati al 49%  non consente di parlare di società pubblica, ma si tratta del solito “mostriciattolo giuridico” posto in essere per aggirare la volontà di 26 milioni d’italiani. Come già detto a chiare lettere al Presidente De Luca ed all’assessore Bonavitacola nell’incontro a palazzo Santa Lucia, ribadiamo che l’unica gestione pubblica dell’acqua è quella partecipata esclusivamente da soggetti pubblici (Stato, Regione, Provincia o Comuni).

Respingiamo al mittente la gestione delle multinazionali, che contravviene ai due principi cardine del referendum del 2011: 1) l’acqua deve restare fuori dal mercato; 2) non si può fare profitto sull’acqua. Non ci prestiamo ad alcun tipo di strumentalizzazione e ribadiamo  che continueremo a lottare per la difesa dell’acqua con tutti gli istituti di partecipazione diretta che la legge mette a disposizione del popolo per la difesa dei suoi diritti fondamentali. La giunta De Luca ha già violato una volta la partecipazione popolare con l’abolizione dei Comitati Consultivi previsti dall’art. 20 della L.15/15 (mai disciplinati e mai convocati) non accetteremo altre lesioni di diritti costituzionali.