La Polizia di Stato di Palmi, alle prime ore di oggi, a Seminara (RC) ed in altre città del nord Italia, ha dato esecuzione all’ordinanza della misura della custodia cautelare in carcere per 3 persone e della misura degli arresti domiciliari per una al momento irreperibile, indiziate di violenza sessuale aggravata ai danni di due minorenni originarie della Piana di Gioia Tauro. Contestualmente sono stati eseguiti 18 decreti di perquisizione personale e domiciliare a carico di 16 indagati per lo stesso reato in concorso tra loro, di cui 4 minorenni. Sono stati sequestrati molti dispositivi informatici e di telefonia.
La misura cautelare è stata emessa lo scorso 31 ottobre dal GIP presso il Tribunale di Palmi, su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi – diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti.
I 18 decreti di perquisizione sono stati eseguiti con l’ausilio del personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati Distaccati di Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Polistena, Cittanova e Taurianova, delle Squadre Mobili di Treviso, Varese e Monza Brianza, e con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, Rende e Vibo Valentia. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici, informatici e di telefonia mobile.
Avrebbero messo in rete filmati degli abusi su due ragazze minorenni, i giovani arrestati stamattina dalla Polizia di Stato a Seminara, nel Reggino, ed in alcuni centri del nord Italia. Le ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere ed una ai domiciliari, sono state emesse su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi diretta da Emanuele Crescenti, ed eseguite, oltre che a Seminara, a Preganziol (Treviso), Cislago (Varese) e Desio (Monza Brianza). Le violenze avrebbero avuto inizio nell’estate dello scorso anno.
Nell’inchiesta condotta dalla Procura di Palmi ci sono, inoltre, 16 indagati, quattro dei quali minorenni. Si tratta di persone, secondo quanto si é appreso, che sono state trovate in possesso, sui loro computer e sui loro cellulari, delle immagini. Tre degli arrestati, tra l’altro, sono legati da rapporti di parentela con esponenti di ‘ndrangheta, mentre il quarto irreperibile è il familiare di un amministratore locale.
“È stata un’indagine – ha detto, incontrando i giornalisti, il procuratore Crescenti – che abbiamo condotto con dolore perché riguarda condotte che sono obiettivamente raccapriccianti. Le violenze del ‘branco’, a causa dei legami familiari degli indagati, hanno le stimmate della criminalità organizzata. Lavoreremo inoltre per verificare se, oltre alle due che abbiamo individuato, ci altre vittime di violenze. Stiamo verificando anche l’ipotesi che gli indagati fossero alla ricerca di altre vittime“.