Sotto l’effetto della cocaina diventava ancora più aggressivo di quanto lo fosse abitualmente.
Oltre a violentarla, minacciava di morte la compagna urlandole frasi del tenore “tu la serenità la ritroverai sotto terra’ e più volte ha alzato le mani al punto da ferirla e farla finire in ospedale. Picchiava anche i loro tre figli di 11, 10 e 7 anni, “terrorizzandoli” e costringendoli a “scattare come soldatini” quando non gli ubbidivano. Inoltre, senza ragione, prendeva a bastonate il loro cane, seviziandolo e riducendolo in condizioni drammatiche.
E’ stata un susseguirsi di violenze, andate avanti per oltre un decennio, quelle che oggi hanno portato il Tribunale di Milano a condannare un quarantenne di origini campane ma che risiede nel milanese a 12 anni di carcere con le accuse di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni nei confronti della convivente, dei loro bambini, della suocera e anche di uno dei circa 20 pitbull che aveva preso con l’ambizione, presto naufragata, di aprire un allevamento di cani
I giudici della quinta sezione penale che hanno anche disposto una provvisionale di 50 mila euro, 20 per la compagna e 10 mila per ciascuno dei ragazzini, hanno in sostanza accolto la richiesta del pm oggi in udienza Giovanni Tarzia, il quale nella sua requisitoria ha riscostruito una vicenda famigliare drammatica in cui a farla da protagonisti sarebbero stati i soprusi, le botte, le umiliazioni e il disprezzo.
L’indagine, per cui ora l’uomo ha la misura del divieto di avvicinamento era stata coordinata dal pm Antonio Cristillo. Ma stamane in aula ha discusso il suo collega Tarzia. Nella sua requisitoria ha ricostruito una catena di pesanti maltrattamenti in casa a cui si sono aggiunti gli approcci e le violenze sessuali nei confronti della compagna costretta con la forza a rapporti che lei “concedeva per il quieto vivere“, altrimenti erano botte e insulti. Insulti, minacce, schiaffi, spintone e ferite inferte alla compagna davanti ai tre figli si sono ripetuti per circa una dozzina di anni, dal 2008 al 2021.
“Erano terrorizzati quando vedevano la mamma sanguinante” ha sottolineato il pm Tarzia che ha parlato di lividi sulla schiena, sedie lanciate pure contro i ragazzini, in particolare uno, e maltrattamenti anche nei confronti della suocera. Inoltre ha spiegato come lui, consumatore di cocaina, nonostante davanti ai magistrati abbia sostenuto il contrario, non lavorasse.
Infatti, per procurarsi la droga stava “dilapidando” i risparmi messi da parte da lei. Ha raccontato delle sue velleità di aprire un allevamento di cani, salvo poi non occuparsene, lasciandoli in spazi non adeguati e picchiandoli. Per il rappresentante della pubblica accusa, il 40enne, non solo ha reso una versione “non credibile” ma non ha mai mostrato alcun segno di pentimento “né un minimo di consapevolezza” di quanto male abbia fatto con il suo comportamento. “Anzi, ha sempre avuto – ha proseguito – un atteggiamento sprezzante”. Oggi la condanna a 12 anni senza la concessione delle attenuanti generiche.