Per lo stadio Collana, con una mano la Regione minaccia l’intervento della forza pubblica, per sgomberare l’ex concessionaria, con l’altra svela una trattativa per acquistare le attrezzature dalla stessa società. Una telenovela dagli infiniti colpi di scena, approdata oggi al question time del consiglio regionale. Interrogante è la consigliera Maria Muscarà del gruppo misto. A risponderle è l’assessore al Demanio, Antonio Marchiello. L’esponente della giunta premette: “È una situazione molto ingarbugliata”, e qualche sospetto era già venuto a molti. A luglio il Consiglio di Stato aveva confermato l’atto di decadenza per la concessionaria Giano. Da allora poco si è saputo, sul destino dello stadio napoletano. Tranne una cosa: adesso pende l’ennesimo ricorso della Giano, stavolta in Cassazione. La società, intanto, non ha del tutto rilasciato l’impianto. Marchiello però assicura: “L‘amministrazione regionale sta agendo“.
C’è un primo retroscena rivelato oggi dall’assessore. Lo scorso 7 settembre, durante un sopralluogo per il rilascio, “la Giano si dichiarava disponibile alla cessione onerosa delle attrezzature sportive presenti nei locali oltre che dell’attrezzatura arredo del bar-ristoro”. E la Regione imbastisce subito il negoziato. A giustificarlo sarebbe la necessità di acquisire attrezzature “per la rapida ripresa delle attività sportive“. E poi, sottolinea Marchiello che “l’acquisto avrebbe consentito anche una riduzione dei costi”. Ma le cose non vanno come sperato. Per la Regione il prezzo giusto, indicato dal Coni, e il “40% del loro valore di fattura Iva, montaggi esclusi”. Una settimana dopo la proposta, il 30 ottobre, la Giano, “dichiarandosi favorevole al rilascio delle aree esterne“, chiederebbe “un valore pari al 70% del prezzo di acquisto dei beni oltre Iva e montaggio“. Troppa distanza, e “tale richiesta veniva considerata eccessiva dalla Regione”. Naufragata la trattativa, il 2 novembre Palazzo Santa Lucia “ha richiesto l’immediato rilascio delle aree esterne dando un termine perentorio di 10 giorni, per lo sgombero ed il conseguenziale rilascio di tutti gli spazi”. Ad oggi “la Regione è stata immessa nel possesso di tutte le aree esterne ivi compresa la pista di atletica”. Per farla breve, secondo l’assessore, “entro il 12 novembre questi signori dovranno lasciare altrimenti dovrò ricorrere alla forza pubblica“. Eventualità infausta, perché “significa perdere tantissimo tempo“.
Per il resto, Marchiello comunica l’avvio degli “interventi di riqualificazione del complesso così come previsti“. Per la piscina “è stato completato il 70% dei lavori“. La conclusione è prevista “entro i primi mesi del 2024″. Per la messa in sicurezza della tribuna di via Acitillo, la procedura negoziata ad invito terminerà “il 22 novembre dopo l’aggiudicazione, ove consentito dal codice appalti si procederà all’avvio dei lavori in via di urgenza”. Tempo stimato di 85 giorni, consegna dell’opera “nei primi mesi del 2024”. Sul progetto di ristrutturazione dello stadio, la Regione ha stanziato 40 milioni di euro. “I competenti uffici regionali – annuncia Marchiello – hanno espresso il formale assenso per la fase di progettazione”. Inoltre Palazzo Santa Lucia “sta continuando a valutare la possibilità di riprendere quanto prima le attività sportive all’interno dei locali e nella pista di atletica”. Per questa prima parziale riapertura, stando all’assessore, tutto è ancora in forse. Dipende anche dall’esito del contenzioso con la Giano. Muscarà lancia una stoccata, evocando le pronunce dei tribunali amministrativi: “Purtroppo il contenzioso si è spostato sui tavoli ‘mercatali’ in quanto la Giano pretende di lasciare le attrezzature non al 40 %, che è già un regalo, del valore così come stabilito dal Coni ma al 70%. Insomma, dopo aver avuto ‘gratis’ e per anni lo stadio, ed aver affidato lavori per 6 milioni di euro a se stessa, continua a lucrare?”.