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“La città di Avellino si appresta a vivere l’ennesima giornata nera dell’amministrazione guidata da Gianluca Festa. A poco più di cinquanta giorni dalla scadenza prevista per la rendicontazione dei fondi europei, il restauro della Dogana sta per svanire ancora una volta nel nulla”.

Così in una nota l’associazione Controvento.

“Festa – continua il documento – ha prima goffamente inseguito inutilmente l’archistar di turno, ignorando l’esistenza di precise normative che regolano gli incarichi. Quindi ha approvato un progetto enfaticamente presentato alla comunità come moderno e innovativo, lo ha messo a gara e dato in appalto salvo poi modificarlo in corso d’opera provocando il ricorso della ditta aggiudicataria e l’intervento della Procura della Repubblica.

“Ha perciò immaginato di salvarsi l’anima richiedendo un parere all’Anac per poter avviare un nuovo appalto, non ricevendo alcuna risposta. Il risultato è che in piazza Amendola tutto è tristemente fermo ed è ben evidente che per data del 31 dicembre, sancita dalle regole di utilizzo dei fondi europei, niente potrà smuoversi. Se qualcosa avverrà, si tratterà del rinvio della procedura alla prossima programmazione 2021-2027: però la somma stanziata dovrà essere sottratta – insieme ad altre relativi ad altre partite desolatamente perdute come, ad esempio, quella della ristrutturazione della palazzina “Victor Hugo” – alle nuove previsioni.

Un danno gravissimo per la città, ancora una volta presa in giro da questa amministrazione.
Perché tale fallimento arriva dopo l’annuncio-bluff dello sbandierato riequilibrio finanziario, dopo le manovre sul Centro per l’autismo, dopo il pasticcio del Piano di zona sociale, dopo le ombre sulla costituzione della nuova azienda per la raccolta dei rifiuti, dopo lo scandaloso aumento delle tariffe per il servizio di mensa scolastica, dopo le incongruenze mai risolte sul varo della Fondazione Cultura, dopo il proclama di ulteriori iniziative spettacolari sul Natale e sul cioccolato che però non hanno la minima copertura finanziaria, dopo l’ennesimo anno trascorso con la struttura dell’ex Gil chiusa e vandalizzata. Un’autentica sequenza di fallimenti, che purtroppo non è terminata.

Cade, così, il velo sull’Avellino scenario di spettacoli, concerti, luminarie, fiere, baracconate ed esposizioni. Il conto di questo costosissimo programma di ubriacatura del fantomatico brand sarà pagato dalla comunità.
E’ ora che la città di Avellino volti pagina, che intraprenda un percorso di serietà e responsabilità amministrativa, che si liberi definitivamente dal peso delle convenienze e delle incompetenze”.