Sui roghi di rifiuti a Barra, dopo l’ultima estate choc, per i comitati è scaduto il tempo delle parole. E i residenti di via Mastellone hanno avviato un’offensiva a carte bollate. Prima un esposto in Questura a luglio, il mese della raffica di incendi, deflagrati nell’ex campo rom. A seguito dell’atto, la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo. C’è la pista delle fiamme dolose. Ma agli inquirenti, l’esposto chiede di indagare su un sospetto: la presenza di rifiuti interrati. Secondo gli abitanti della zona, l’idea è avvalorata anche da persistenti fumarole, visibili nell’area. L’indagine è nella fase di assunzione dei testimoni. I pm hanno convocato diverse persone, per rendere dichiarazioni. Si tratta dei cittadini finiti al pronto soccorso, a causa delle esalazioni del terzo maxi rogo di luglio. Ma le iniziative legali non si sono certo esaurite. Il 28 ottobre il Comitato Bonifiche via Mastellone ha fatto partire 15 diffide ad intervenire con urgenza. A inviarle l’avvocato Maria Prisco, legale del comitato. Destinatari, tra gli altri, il sindaco Manfredi, il governatore De Luca, i ministri Schillaci e Pichetto Fratin. La diffida è stata notificata anche alla Polizia Municipale, all’Asl Napoli 1, all’Asia. Il comitato reclama il rispetto degli impegni, assunti nei tavoli tecnici del 3 e del 10 ottobre, istituiti in prefettura per le proteste dei residenti.
Tra le priorità individuate, secondo il comitato: lo spegnimento delle fumarole; il controllo e la messa in sicurezza dell’area, per prevenire sversamenti di rifiuti; la campagna di campionamento dell’aria e del terreno per la verifica della salubrità delle sottostanti falde acquifere; lo stanziamento dei fondi comunali per la bonifica. In una delle riunioni, sarebbe stata comunicata l’interlocuzione tra Comune e Regione, per reperire le risorse necessarie alla bonifica. “Ad oggi però – sostiene la diffida – nessuna delle predette attività è stata predisposta, nonostante nell’area non siano mai cessati sversamenti, roghi e fumarole, il tutto causa di tumori, emicranie, mal di stomaco e allergie“. Inoltre, “i residenti da circa 4 mesi sono obbligati a barricarsi nelle case, anche in assenza di roghi, per il persistere delle fumarole“.
L’atto potrebbe preludere ad una class action. Sullo sfondo, si intravede la partita dei danni, lamentati da molti residenti. Si cita infatti lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità, relativo al legame tra roghi di rifiuti e gravi patologie, tra le quali tumori, leucemie, malformazioni congenite. Viene poi denunciata la fuga di tanti cittadini dalle proprie abitazioni. La circostanza avrebbe determinato spese impreviste e un deprezzamento delle case. Uno scenario da Terra dei fuochi in periferia orientale.